Avanzavano 13.000 euro da un dentista in base ad un accordo commerciale che il professionista non avrebbe onorato. Per questo motivo due gestori di un Compro Oro Andrea C., 54 anni di Chirignago, e Antonio B., 53 anni di Treviso (difesi dall’avvocato Guido Galletti), un giorno s’erano presentati da padre e figlio, titolari di uno studio odontotecnico di Preganziol e Roncade, li avevano fatti salire in macchina e, sotto la minaccia di pugni e schiaffi, li avevano minacciati se non avessero restituito i soldi.
Poi, il giorno successivo, si presentarono nello studio dei due professionisti e s’impossessarono di materiale per un valore di 8.000 euro costringendo l’odontotecnico più giovane a sottoscrivere una dichiarazione nella quale attestava il materiale dentale di cui s’erano impossessati era stato volontariamente consegnato a titolo di acconto per il saldo del debito contratto.
Lunedì mattina il giudice Umberto Donà ha condannato Andrea C. a 6 anni e tre mesi di reclusione per estorsione e tentata estorsione mentre ad Antonio B. sono stati inflitti 3 anni e 4 mesi per la tentata estorsione in auto a pugni e schiaffi. Il reato di furto è stato dichiarato prescritto.
La vicenda risale all’autunno del 2015 quando, dopo aver pattuito una serie di accordi commerciali con padre e figlio odontotecnici i due imputati si presentano nello studio con la pretesa di riavere 13.000 euro dati, a loro dire, per del materiale, tra cui oro, che si sarebbe rivelato scadente. Dopo una serie di chiamate e di pressioni, il 21 ottobre di quell’anno, i due imputati fanno salire prima il figlio e poi il padre e a colpi di schiaffi e pugni sulla testa, li cercano di convincere a restituire i l 13.000 euro. Per questo episodio entrambi gli imputati sono stati accusati di tentata estorsione.
All’indomani, il 22 ottobre, il solo Andrea C. si ripresenta nello studio e s’impossessa di una determinata quantità di materiale dentistico (linee di impianti di implantologia di diverse marche, Kit implantari e altro) del valore complessivo di 8.000 euro. Non solo. Poi costringe l’odontotecnico più giovane a sottoscrivere una dichiarazione nella quale attesta che il materiale sottratto era stato dato volontariamente a tale “Antonio”. Cosa che è costata ad Andrea C. la doppia accusa di furto ed estorsione.
A quel punto gli odontotecnici vanno in questura per presentare denuncia. Una denuncia che è sfociata in un processo che ha avuto lunedì il suo epilogo con pesanti condanne. Va detto che il pubblico ministero stesso aveva chiesto che i resti più pesanti di estorsione e tentata estorsione venissero derubricati in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La difesa, rappresentata dall’avvocato Galletti, ha già preannunciato ricorso in Corte d’Appello.