foto da Quotidiani locali
Nuovo sopralluogo dei carabinieri alla tabaccheria di Roberto Basso. I militari dell’Arma, dopo averlo fatto anche la notte seguente al ritrovamento del cadavere nella sua casa in via Antiche Mura, sono ritornati alla tabaccheria del lido sempre sotto sequestro e contornata di fiori.
Venerdì mattina un militare dell’Arma ha pattugliato l’attività in via Verdi, poco dopo piazza Marina, mentre i colleghi della Scientifica all’interno hanno passato al setaccio l’attività. Gli inquirenti vogliono scavare nel luogo che forse più frequentava Roberto Basso nelle sue giornate solitarie.
Quella tabaccheria in cui trascorreva ore e ore, anche dopo la chiusura a fare conti e sistemare carte. La risposta ai tanti interrogativi, ancora senza risposta sulla sua tragica morte, potrebbe trovarsi in quella manciata di metri quadrati, tra biglietti e annotazioni o nel suo cellulare o computer.
Massimo riserbo degli investigatori anche dopo l’autopsia che ha rilevato la causa del decesso nei colpi subiti alla testa con un oggetto pesante e probabilmente appuntito. Ma l’arma del delitto non è ancora stata trovata, neppure setacciando la casa e il terreno di via Antiche Mura.
Restano i dubbi sui tempi dell’allarme lanciato dopo il ritrovamento del corpo senza vita da parte del fratello Andrea, che non avrebbe chiamato subito i soccorsi e le forze di polizia, ma avvertito e chiesto aiuto al cognato, marito della sorella Francesca, per poi raggiungere la casa. Particolari che hanno dato adito a tante illazioni.
La cugina, ieri a Pomeriggio Cinque (Mediaset), ha spiegato che Andrea, dopo il ritrovamento del fratello morto, era andato a cercare aiuto «perché era senza cellulare». E continua: «Andrea è andato via alle 10–10.15, è andato a far benzina, poi dal ferramenta. Ci sono tutti gli scontrini. Credo ad Andrea. È una persona meravigliosa e non fa male manco ad una formica. Voleva bene al fratello. Certo, tra fratelli si litiga, ma non si devono dire cose che non stanno né in cielo né in terra».
«La gente ha paura», commenta Roberto Dal Cin, titolare della enoteca letteraria la Corte dei Baroni, «nell’area di piazza Marina tutti si chiedono cosa possa essere accaduto a Roberto e temono anche per se stessi in quanto, se può essere uccisa una persona mite e tranquilla come lui, allora nessuno può ritenersi al sicuro. Quanto a illazioni e sentenze, ribadisco che non dobbiamo essere inquisitori e attendere con fiducia l’esito delle indagini. Pensiamo a una famiglia che soffre da giorni, che vive un tragico lutto».