Che ci sia stato un boom turistico negli ultimi mesi è ormai un dato assodato, in particolare grazie al sigillo Unesco per l’Urbs Picta. Ma che questa tendenza potesse trasformasi in un trend capace di incidere profondamente sul funzionamento della città, è tutt’altro tema. A dirlo sono i numeri delle presenze dello scorso inverno.
Nei quattro mesi più freddi – novembre, dicembre, gennaio e febbraio – i turisti sono sempre aumentati in media dell’8,41% rispetto all’anno scorso. Le presenze di visitatori sono state il 12,6% in più a Padova, il 6,1% in più a Abano e il 5,4% in più a Montegrotto. Il che fa scattare la considerazione che dal punto di vista turistico non esistono più i cosiddetti “periodi morti”.
TUTTI I NUMERI
Tra novembre e febbraio sono stati 486 mila i turisti arrivati a Padova e ben 560 mila quelli di Abano. La località aponense dunque è stata preferita alla città nel periodo invernale per la grande offerta di terme e percorsi benessere, che sono certamente più gradevoli nei periodi più freddi. A febbraio 2024 però – l’ultimo mese in cui sono disponibili i dati – è stata Padova a attirare più turisti: 119 mila contro i 109 mila del centro termale. Il dato che conta è che tutti i centri turistici del Padovano sono in crescita rispetto allo scorso inverno. Crescita confermata anche rispetto al periodo pre-Covid. Nell’inverno tra il 2019 e il febbraio 2020 (poco prima del crollo pandemico) i visitatori erano stati 469 mila a Padova e 528 mila a Abano. Oggi sono aumentati del 3,7% in città e del 6% nel centro termale.
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DIFFERENZIARE L’OFFERTA
«Gli albergatori ci dicono che c’è un processo di sostituzione: in autunno e inverno c’è una fortissima presenza di italiani, mentre nei mesi più caldi cresce molto il numero di turisti stranieri. E poi è cambiata la distribuzione dei pernottamenti: non più concentrati nel fine settimana, ma da lunedì a lunedì». Così l’assessore al turismo Andrea Colasio commenta i dati del periodo invernale. Ma non teme l’effetto overbooking, anzi punta a raddoppiare: «La città si sta attrezzando bene per gestire questi flussi – osserva – Dopo Urbs Picta e le grandi mostre, è il momento di diversificare l’offerta culturale. Stiamo lavorando a un grande polo del design e dell’arte contemporanea al Castello, e poi rilanceremo anche la città della scienza. Dobbiamo continuare a inventare nuovi magneti e nuove occasioni di visita. Abbiamo tutte le capacità per farlo».
LA FONDAZIONE
A ragionare sul fenomeno, in un’ottica più ampia, è anche la Camera di commercio: nel piano degli investimenti 2024 è stata inserita la disponibilità di un intervento fino a 1 milione di euro per la Fondazione per il Turismo: ente deputato allo sviluppo e alla promozione turistica nel territorio provinciale, con la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, imprese, università. «Un’operazione assolutamente inclusiva, partecipativa e territoriale. E non Padova-centrica», è stata definita. Potrebbe nascere già entro giugno.
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«Sono dati incoraggianti anche per noi. È un trend importante anche perché l’attività di promozione che abbiamo fatto lo scorso anno
ha evidentemente prodotto degli effetti».
Il sindaco di Abano Federico Barbierato è soddisfatto dei dati invernali sulle presenze turistiche e guarda già al futuro: «Abbiamo portato molte risorse pubbliche con il Pnrr per cambiare e migliorare il volto della città – prosegue –Ma ho visto con piacere che ci sono molti alberghi che
continuano a investire per migliorarsi ed accogliere nel migliore dei modi i turisti.
È un segno di vitalità della destinazione quello di saper coordinare investimenti pubblici e privati».
Quello che si attende per migliorare ancora è il sigillo Unesco ai Colli come Riserva della biosfera, che appare vicinissimo. E poi puntare
sulla qualità: «Dobbiamo valorizzare le caratteristiche che rendono uniche le nostre Terme, come il prodotto fango terapico che ha un
brevetto unico in Italia – spiega Barbierato – E poicon la promozione sui canali nazionali e anche all'estero, proprio per rinsaldare
quelle partnership con i turisti tedeschi, austriaci, svizzeri, francesi che sono ritornati e che hanno una permanenze doppia rispetto agli altri». Un netto sì arriva all’idea della fondazione, promossa dalla Camera di commercio: «Va realizzata insieme alle due Ogd – ragiona
Barbierato – Ma direi che è proprio il momento strategico per farla».
La grande incognita è il sistema ricettivo. Per le associazioni del commercio, c’è la necessità di amministrare i grandi
flussi turistici dotando la città di alberghi e servizi. «Il turismo mordi e fuggi non ci interessa, ci serve un visitatore
stanziale, che resti in città più notti – ragiona il presidente dell’Ascom Patrizio Bertin – E dunque servono servizi: parcheggi, accessibilità, ricettività, trasporti. Serve un salto di qualità, perchè il turismo è ciclico. Il rischio è che Padova perda appeal tra qualche anno».
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«Il sistema Padova sta funzionando bene: c’è la città d’arte che non si limita al ’300 ma ha anche i musei universitari e le grandi mostre. E poi il centro congressi che sta andando così bene che penso raggiungeremo le 100 mila presenze nel 2024 e anche il sistema fieristico che è ripartito – osserva Nicola Rossi, nella doppia veste di presidente di Padova Hall e della Confesercenti – La domanda adesso è questa: il nostro sistema ricettivo è in grado di reggere questi flussi?
La riapertura dell’ex Plaza dimostra che c’è spazio per la ricettività, bisogna attrezzarsi per attirare nuove strutture e anche le grandi catene».
Emerge anche la necessità di fare sistema e di valorizzare tutto il territorio provinciale. Il rischio di concentrare tutto il turismo nel centro di Padova è quello di creare l’emergenza abitativa che si è vista negli ultimi mesi: «Noi siamo portatori di un turismo multidimensionale, che può andare dal termalismo allo sport, dall’enogastronomia alla cultura – osserva ancora Bertin – L’ottimo lavoro fatto da Padova va consolidato, ed è importante promuovere tutto il territorio della nostra provincia. Perché anche Abano e Montegrotto stanno facendo bene, e i Colli stanno avendo successo grazie all’anello ciclopedonale che ha una buona attrattività».
Ora la necessità è allargare la promozione e guidare il cambiamento: «Dobbiamo dire basta ai compartimenti stagni – conclude il presidente
dell’Ascom – Per questo serve una fondazione per il turismo, come quella promossa dalla Camera di commercio. Serve anche a spendere i soldi in modo intelligente. Va costruita insieme a tutti i Comuni, perchè questa sfida si vince o si perde tutti insieme».