foto da Quotidiani locali
PAVIA. Nel 1360 i lavori al Castello Visconteo di Pavia vengono conclusi. Galeazzo II scrive al signore di Mantova, Guido Gonzaga, chiedendogli l’invio di tutti i pittori disponibili per decorare il castrum, che altrimenti rimarrebbe imperfectum. Nel corso dei secoli successivi però quegli affreschi nelle campate della corte interna, sono andati perduti, deteriorati dall’incuria o coperti da più mani di impietoso intonaco.
Ora, però, i lacerti di un ciclo decorativo e anche molti altri elementi architettonici, finora passati inosservati all’occhio del visitatore, tornano alla luce grazie all’intervento di restauro da poco concluso dal Comune, proprietario del bene, grazie al contributo di Regione Lombardia.
E’ stato presentato lunedì il progetto “Luci e ombre al Castello Visconteo di Pavia. Avvio del recupero della corte interna (architettura, affreschi, lapidario) per una rinnovata fruizione”.
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«L’obiettivo perseguito è stato il recupero e la valorizzazione di parte dei porticati e loggiati della corte interna del Castello Visconteo, trasformati da mero luogo di passaggio per raggiungere le sale espositive, a spazio accogliente e ricco di suggestioni per i visitatori, che trovano così modo di apprezzarne le tracce della storia secolare» annuncia la direttrice dei Musei Civici Laura Aldovini.
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Da oggi si mette in mostra non solo il contenuto (pinacoteca e sale espositive) ma anche il contenitore, il castello rinascimentale.
La cappella e il cielo blu
Il cortile interno si può finalmente percorrere scoprendone la storia e anche qualche segreto. Come il disegno preparatorio all’affresco di Michelino da Besozzo nella lunetta dell’antica cappella ducale, nel porticato sud, o i frammenti di un ciclo narrativo sotto l’arcata vicino al Rivellino che lascia intuire le figura di un condottiero a cavallo, forse lo stesso Galeazzo II che aveva conquistato Pavia nel 1359 e voleva celebrare l’impresa. E ancora le volte tornate blu, un cielo forse un tempo stellato, e i decori geometrici lungo i bordi di lunette e costoloni. Esiste inoltre un disegno consumato, sotto il porticato, una poco nota veduta della città di Pavia nel XIV secolo.
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Le luci a led emozionali
A guidare il visitatore si aggiunge l’installazione di un nuovo e scenografico impianto d’illuminazione realizzato da ERCO, che ha curato l’illuminazone di grandi musei dal Guggenheim di Venezia alla National Gallery di Londra. La luce a led cambia colore eregala suggestivi scenari.
Sono stati installati anche nuovi dispositivi di fruizione e supporto alla visita a diversi livelli, anche per disabilità sensoriali, con apparati didattici e tecnologie multimediali. Colonnine didattiche, a forma di torre del castello, raccontano dettagli che si possono poi approfondire inquadrando un Qrcode o con collegamento Nfc dallo smartphone. E’ stata inoltre predisposta un’installazione a tutta parete, a cura dei videomaker Karmachina,che ripercorre la storia dell’ultimo secolo del monumento attraverso i materiali fotografici d’archivio in animazione. —