Il Comune di Pistoia potrebbe ricavare circa due milioni dalla vendita
PISTOIA. E alla fine si farà il matrimonio da due milioni di euro. Il Comune di Pistoia ha trovato un acquirente per le sue 736.633 azioni della Centrale del latte d’Italia, il 5,3 per cento del capitale della società che rappresenta il terzo polo nazionale del latte e che produce - tra gli altri - anche tutti i prodotti con il familiare marchio "Mukki".
La manifestazione d’interesse top secret arrivata l’11 maggio a Palazzo di Giano era firmata - si scopre oggi - dalla Newlat Food spa di Reggio Emilia, la stessa azienda che dall’aprile 2020 ha in cassaforte il 67,6 per cento del capitale della Centrale del latte d’Italia. Palazzo di Giano uscirà definitivamente dal capitale della società che una volta era la gloriosa Centrale del latte di Firenze-Pistoia-Livorno ma si potrà consolare con due milioni di euro che entreranno nelle casse dell’amministrazione, per sostenere investimenti e altre spese straordinarie.
Come siamo arrivati a questo punto? All’indomani dell’arrivo della manifestazione d’interesse, il Comune (vedi "Il Tirreno" del 5 giugno scorso) aveva lanciato un bando per sollecitare eventuali altri compratori. Il bando si è chiuso a mezzanotte del 20 giugno e l’unica offerta presentata nei tempi è stata, appunto, quella della Newlat.
L’accordo, formalizzato nel bando, è che il prezzo delle azioni di cui tener conto nella vendita sia quello medio dell’ultimo semestre registrato nel segmento Star del Mercato telematico azionario gestito da Borsa Italiana. Oggi il valore delle azioni è di circa 2,69 euro ciascuna, dopo che all’inizio dell’anno si era trovato anche a circa 3,50 euro. Un calo notevole, del 23 per cento e oltre, registrato tutti negli ultimi sei mesi. Un calo che comunque consentirebbe - oggi - a Palazzo di Giano di incassare circa due milioni di euro, che non sono affatto una cifra trascurabile. Tanto più se arriva da un bene - la partecipazione azionaria, appunto - che il Comune di Pistoia cerca da anni di vendere, inutilmente.
La prima volta si cominciò a parlare di cessione nel lontano 2011, quando le azioni erano ancora quelle della storica Centrale del latte di Firenze-Pistoia-Livorno. Era stata la legge finanziaria del 2008 a invitare gli enti locali a liberarsi delle partecipazioni considerate "non strategiche". E certo vendere latte e yogurt non può certo rientrare tra i compiti principali di una amministrazione comunale. Un primo bando esplorativo, nel 2014, suscitò l’interesse dell’emiliana Granarolo, ma poi non se ne fece di nulla. Nel 2015 si avviò il processo di fusione tra l’azienda toscana e la Centrale del latte di Torino, conclusa nel 2016, dando vita alla attuale Centrale del latte d’Italia. E nel 2020 Newlat acquistò il pacchetto di controllo dell’azienda. Il Comune di Pistoia cercò allora di inserirsi nell’operazione ma, come detto, il risultato fu negativo. Questa volta, grazie anche al calo di valore subito dalle azioni in mano a Pistoia, l’operazione potrà finalmente decollare.
