Lasciato il Challenger del Roma Garden nelle fidate mani di Giuseppe Di Paola, puntiamo i nostri riflettori sulla Cina, precisamente sul Challenger 75 di Shenzen (cemento outdoor) dove avevamo in tabellone Mattia Bellucci e Federico Cinà. Partiamo proprio da quest’ultimo, ammesso in tabellone grazie al nuovo programma di sviluppo che premia i migliori venti Juniores della classifica mondiale (attualmente Federico è al n.6), garantendo loro fino a otto ‘Accelerator Spots’ nei tornei Challenger 50 e 75, in sostanza una specie di wild card. Federico ha festeggiato questo suo esordio a livello Challenger contro l’australiano Philip Sekulic, di ben tre anni più ‘anziano’ ma già ben strutturato come giocatore e con una classifica più che decorosa che al momento lo vede al n.262 ATP. E infatti Philip ha vinto 6-4 4-6 6-4 al termine di un match tanto contrastato quanto bruttino, con il giovane azzurro che, chiaramente emozionato, ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Ha però lasciato l’impressione che questo sia stato solo il primo mattoncino, sbeccato fin che volete, di una carriera che si prospetta davvero interessante. Chiaramente ci sono diversi aspetti tecnici su cui lavorare, a cominciare dalla necessità di irrobustire i colpi per dare maggiore consistenza alla sua naturale fluidità. Intanto Federico migliora il proprio best ranking e sale al n.967 ATP, una classifica di cui a breve si ricorderà sorridendo. Infatti l’emozione passerà…e poi saranno tutti problemi degli avversari. L’ostacolo più grosso che vediamo all’orizzonte è quel destino da predestinato che Federico porta sulle spalle fin da bambino quando, ancora incerto sulle gambe, seguiva in giro per il mondo babbo Francesco e Roberta Vinci. E tutti, tra un buffetto e un sorriso, gli pronosticavano già una carriera luminosissima.
Ben diverso è stato il cammino di Mattia Bellucci, che fino a un paio d’anni fa si barcamenava, senza tanto successo, nei tornei ITF. Poi coach Fabio Chiappini, intuendone il grande talento, per quanto grezzo, è riuscito ad esaltarne le qualità. Ne è seguito uno straordinario percorso che nel 2022 ha portato Mattia al n.142 ATP con cinque vittorie ITF e due a livello Challenger. Poi nel 2023 c’è stato un rimbalzo abbastanza brusco, ma tutto sommato prevedibile, che noi abbiamo sempre definito di assestamento. In questa stagione i segnali sono contradditori, con un’alternanza di prestazioni disastrose e di buoni risultati (quarti di finale a Pau in febbraio e Amburgo in marzo). Tra i buoni risultati entra a buon diritto questo di Shenzhen, dove ha battuto con sicurezza due avversari ostici come Illya Marchenko (n.240 ma già n.49 nel 2016) e Jules Marie (n.213 ATP). Se sarà stata vera gloria ce lo dirà il match contro l’australiano James Duckworth (n.113 e prima testa di serie).
A proposito di giovani promettenti ricordiamo che a Shenzhen c’era anche il 18enne ravennate Federico Bondioli che, entrato nelle qualificazioni grazie allo stesso meccanismo di cui abbiamo parlato prima, è stato però subito eliminato dall’australiano James McCabe (n.365 ATP) col punteggio di 7-6(6) 6-0. Per il giovane azzurro non era l’esordio assoluto a livello Challenger perché ci aveva già provato a Parma e a Lugano, sempre eliminato nel primo turno delle qualificazioni. Ma, per dirla con De Gregori, non è da questi episodi che si valuta un giocatore. Ne sono più che mai convinti anche allo Sporting Club Sassuolo che da anni segue la crescita del giovane talento.
Al Challenger 75 di Ostrava (terra battuta) l’Italia aveva il solo Enrico Dalla Valle, ma il tennista romagnolo ha dimostrato che chi fa da sé…così all’esordio non ha lasciato scampo (6-3 6-1) al 24enne ragazzo di casa Jan Jermar (n.1485) che ha usufruito di una wild card per meriti che probabilmente ci sfuggono. Buon per l’azzurro che, nonostante il freddo polare che sta infierendo sul torneo, ha proseguito nella sua corsa, eliminando (6-3 6-1) il forte cinese di Taipei Chun-hsin Tseng (n.251, ma già n.83 meno di due anni fa) e qualificandosi per i quarti per la settima volta in carriera. Con questo risultato sale anche, comunque prosegua il torneo, al n.252 ATP, suo nuovo best ranking. Nei quarti affronterà il bosniaco Damir Dzumhur (n.145, ma al 23esimo posto nel 2018) e il pronostico non gli è favorevole, ma Enrico è molto fiducioso come ci ha confermato nella telefonata che gli abbiamo fatto. “Oggi è stata sicuramente un’ottima partita perché Tseng è un giocatore molto valido che nel 2022 è stato in top 100. Ma io sono riuscito quasi sempre ad avere il controllo dello scambio, grazie ai colpi di inizio gioco, il diritto soprattutto. Direi una partita di ottimo livello, che conferma la validità della mia collaborazione con la ‘Galimberti Tennis Academy’ di Cattolica. Una collaborazione che è nata alla fine del 2022 quasi per caso quando, dopo due anni molto difficili in cui praticamente non ero mai riuscito a giocare, si è manifestato in me il desiderio di riavvicinarmi a casa. Poi conoscevo Giorgio Galimberti come grande professionista e quindi sono andato a fare una prova, trovando una struttura nuovissima dove non manca davvero niente. Mi sono sentito subito accolto benissimo da tutto lo staff che mi ha dato fiducia e secondo me stiamo facendo un ottimo lavoro. Penso di avere ancora ampi margini di miglioramento, nonostante a 26 anni non mi si possa più definire un ragazzino (ride, ndr).”
