«Racconterò tutto quello che è successo quel 23 giugno»: il 38enne Sergio Lorenzo, accusato di essere uno degli esecutori materiali dell'omicidio dei Margherita Ceschin avvenuto il giugno scorso ha chiesto, tramite il suo legale Mauro Serpico, di essere interrogato.
Succederà il prossimo 3 giugno davanti al sostituto procuratore Michele Premunian. L’obiettivo, non dichiarato, è quello che raccontando la propria versione dei fatti, l’uomo possa guadagnarsi le attenuanti generiche che gli permetterebbero di evitare l’ergastolo.
Una mossa che quasi sicuramente sarà replicata anche da Enzo Lorenzon, ex marito delle vittima e considerato il mandante e Juan Maria Guzman (entrambi difesi dall'avvocato Fabio Crea), 42enne anche lui dominicano, che secondo le indagini della Procura di Treviso sarebbe stato un intermediario.
La richiesta è maturata perché il 20 maggio scadevano i termini per farsi interrogare, dopo che le indagini nei confronti dei tre erano state chiuse 20 giorni prima.
Tutto questo avviene a corollario del solidissimo quadro indiziario che grava sui tre. Le intercettazioni, in primis, il biglietto scritto in carcere da Lorenzo e indirizzato a Lorenzon e finito nelle mani degli investigatori, e le frasi con cui il 38enne parlava ad un compagno di cella del compenso promesso dall'ex marito per il delitto, sono le molle che hanno spinto il sudamericano a chiedere di farsi ascoltare.
Di sicuro riporterà i fatti attraverso la sua personale visione, non è quindi escluso che il prossimo 3 giugno si potrà assistere ad una confessione in piena regola. Intanto, un ruolo centrale nell’intera vicenda è riservato al rapporto che la 73enne di Conegliano aveva con l’ex marito. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti l’aspetto economico sarebbe solo uno dei motivi di screzio tra i due.
La causa di divorzio, il pignoramento di una casa e l’assegno di mantenimento di 10 mila euro mensile, si aggiungerebbero anche al rancore per un controllo dei Nas che Lorenzon avrebbe subìto nella sua azienda agricola in seguito ad una segnalazione dell’ex moglie circa una irregolarità nella procedura di vinificazione, per cui avrebbe utilizzato delle uve non consone.
L'80enne e la 72eenne, inoltre, avrebbero avuto delle pendenze penali essendosi denunciati vicendevolmente nel corso dei litigi successivi alla separazione, che la donna aveva chiesto in conseguenza delle numerose infedeltà dell'ex marito.
I motivi economici e quelli personali, sarebbero quindi, secondo i magistrati, il movente che avrebbe spinto Lorenzon, che ad oggi sta scontando gli arresti domiciliari in una casa di riposo, a volere la morte della ex.
