Architetto con la passione per la cultura, una libreria sterminata, le esperienze alla guida delle più importanti aziende del settore del mobile e i progetti di allestimento dei più prestigiosi alberghi di lusso del mondo.
È mancato Claudio Segantini, 84 anni, architetto e designer di fama. Aveva vissuto per lungo tempo in centro a Treviso con la moglie Mariella De Antoni e le figlie Maria Alessandra, che ha seguito le orme paterne affermandosi nel campo dell’architettura, e Selvaggia, scomparsa prematuramente nel 2018.
Negli ultimi anni, la scelta di trasferirsi nella casa di famiglia sulle dolci colline di Brisighella, in provincia di Ravenna, che tanto amava.
Amministratore delegato di alcune tra le più importanti aziende nel settore del mobile, l’architetto Segantini, a soli 35 anni, contribuì a costruire un impero del mobile per ufficio.
Erano gli anni Settanta e lui non si fermò, divenne in breve tempo pioniere del contract alberghiero italiano nel mondo.
Dall’Europa al Giappone, dagli Emirati alla Persia, passando per l’Arabia Saudita, l’Egitto, la Libia, la Tunisia, il noto professionista trevigiano aveva arredato gli Sheraton e gli Hilton di tutto il mondo. Ma questa fu solo la prima di molte avventure commerciali intraprese con la Cina, l’Africa, gli Stati Uniti, unendo la capacità di intraprendere con la passione per il lavoro.
Non mancava l’attenzione alla cultura, che coltivava grazie a una biblioteca di cinquemila volumi, di cui era un avido lettore, in particolare dei volumi di storia, politica, filosofia e i classici.
«A casa papà ci portava la magia del mondo attraverso persone, sapori e oggetti sconosciuti. Da piccole io e mia sorella giocavamo con i figli dei principi sauditi o assaggiavamo i Gaz iraniani, ricordi che, come “madeleine” proustiane, ci tornano ogni volta alla mente quando il lavoro ci porta a viaggiare in quei Paesi. Con nostro padre, il normale era sempre speciale, era la magia del presente» lo ricorda così la figlia Maria Alessandra, usando il plurale, pensando anche a quello che avrebbe detto in questa circostanza la sorella Selvaggia, mancata nel 2018.
A stringersi nel dolore per la scomparsa dell’architetto Segantini anche i quattro nipoti, Marco, Tobia, Giovanni e Pietro e Paola, l’amica di una vita.
La famiglia, a cominciare dalla figlia Maria Alessandra, ha voluto rivolgere un ringraziamento pubblico al primario della chirurgia vascolare Edoardo Galeazzi dell’ospedale di Treviso e al suo staff, in particolar modo le infermiere Cristina, Michela e Katia per la professionalità e umanità con cui hanno donato cure e assistenza.
