Sanzione del Comune contro il locale di via Campana, angolo Buranelli. Stop di 20 giorni dimezzato alla promessa di anticipare l’orario di chiusura
Dieci giorni di chiusura, dal 14 maggio al 23 maggio.
È il provvedimento che il dirigente dello Suap (Sportello unico attività produttive) del Comune ha emesso il 23 aprile nei confronti del “Quei Turbo Ragazzi”, il locale di via Campana, angolo canale dei Buranelli, gestito dalla Baby Shark srl di Niccolò Moro ed Edoardo De Nardi. Uno dei templi della movida cittadina.
Una chiusura più limitata rispetto a quella di 20 giorni decretata dallo stesso Bonaventura il 5 aprile: il dirigente ha poi accolto in parte l’istanza di Enrico Cavallin, legale della Baby Shark, che assicurava come dalla riapertura il locale cambierà format, trasformandosi in bar caffetteria e tavola calda con chiusura anticipata.
Cos’è avvenuto? L’11 e il 12 novembre l’Arpav di Treviso aveva svolto test sui livelli di rumore nelle abitazioni soprastanti il locale, al primo e secondo piano.
E i tecnici avevano appurato come in entrambe le unità abitative si fossero superati nuovamente i livelli di rumore consentito dalla legge. Al primo piano a finestre chiuse e aperte, al secondo solo a finestre aperte.
E questo perché i clienti «stazionano fino all’1 di notte», nonostante dal 13 ottobre 2023 un’ordinanza di Ca’ Sugana, di fronte agli esposti dei residenti, avesse imposto al locale di chiudere il plateatico alle 22.30 e di far cessare musica e ogni forma di asporto dalle 22.
Vano il successivo ricorso al Tar dei gestori: i giudici avevano bloccato la richiesta di sospensiva.
Di qui il nuovo e più pesante provvedimento, rispetto all’ordinanza di chiusura, ora mitigato dimezzando i giorni di stop.
Il Comune, di fatto, stabilisce come le misure di mitigazione adottate dal locale, aperto nell’aprile 2022, non siano state efficaci per adempiere a quanto prescritto. «In quei 10 giorni faremo lavoro interni di sistemazione», assicurano i titolari di Turbo Ragazzi.
Paolo Pastrolin, il vicino che ha contestato da subito i rumori e gli schiamazzi, e ha avviato l’azione legale assistito dalla legale Antonella Inguaggiato, accoglie con soddisfazione la nuova ordinanza.
Ma non esita a levarsi qualche sassolino: «È finalmente salvaguardato il diritto dei residenti alla quiete, cosa che avevamo invocato sin dall’inizio, trovando la disponibilità più negli uffici che nel sindaco Conte, tanto che non ci ha mai dato udienza», commenta il residente dello stabile, «E pensare che lo stesso assessore Manera ha detto chiaramente che quel tipo di locale non può stare in quella location.
Noi abbiamo solo chiesto il rispetto delle regole, le perizie dell’Arpav hanno accertato come non fossero state attivate davvero misure di contenimento di rumore, musica e schiamazzi. E certi valori dei rilievi fonometrici 2023 erano peggiori di quelli di un anno prima.
Ma perché abbiamo dovuto attendere due anni, soffrendo rumori nel cuor della notte? Ora vedremo se davvero cambieranno formate orari». E aggiunge: «Crediamo di aver aperto un tema importante, per chi vive incentro».