I due volti del centro storico: turisti in fila per mostrare il Qr code, ma i residenti si arrabbiano per i gruppi in tour alcolico: «Il contributo d’accesso non li ferma»
Turisti che frugano nelle tasche, quelli più preparati hanno già il Qr code a portata di smartphone. Gli alti totem colorati ormai fanno parte del paesaggio di quanti arrivano in città passando dalla stazione di Santa Lucia: domenica 19 maggio il contributo d’accesso ha totalizzato 18.191 paganti, poco più di 55.800 ospiti nelle strutture ricettive (quindi esenti) e 7.792 residenti in Veneto o nella città Metropolitana. Ma la nuova emergenza, aldilà dell’overtourism e del turismo cafone oltre confine in quiescenza, sono gli addii al celibato. Ci sono sempre stati, si potrebbe obiettare. Ma non con questa frequenza, a qualsiasi ora del giorno, dalla tarda mattinata fino a sera, come sottolineano veneziani doc e acquisiti.
Tra chi punta il dito, ci sono i residenti di lista dei Bari, nel sestiere di Santa Croce.
«È sotto gli occhi di tutti quello che sta succedendo, è necessario dare risposte», affermano, «Qui sembra di stare nel Far West». A far aumentare la rabbia dei cittadini, portandoli a chiamare la polizia locale, è stato un episodio di alcuni ragazzi, appunto partecipanti a un addio al celibato, nel tardo pomeriggio di sabato.
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«I vigili sono intervenuti dopo dieci minuti e hanno raccolto subito la nostra testimonianza», continuano, «ma la situazione stava degenerando: oltre agli insulti, il gruppo si era messo le mani addosso e si stavano tirando l’un l’altro i vestiti».
Il parapiglia sarebbe scattato quando il barista del locale aveva invitato il gruppetto a smettere di bere e ad allontanarsi dal locale. «Dà fastidio che subiamo i danni provocati solo da alcuni», affermano, «Sembra che sia passato il messaggio che in questa città si possa fare quello che in altre non è possibile. Il contributo fino alle 16? Pare che così, dopo quell’ora, sia un “liberi tutti”».
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Tra i residenti di quella zona, comunque, sotto la lente non c’è la “movida” o i locali, ma chi mina all’ordine pubblico. «Qui ci sono locali che abbassano la musica alle 23, a mezzanotte si può dormire, non è un problema di movida», sottolineano, «Ma è la mancanza di rispetto delle buone norme di convivenza». Certo, ci sono regole di buon comportamento (evitare di consumare alcolici in giro per strada) e dall’altro lato, per i gestori dei locali, il regolamento è chiaro: gli alcolici da asporto vanno serviti in bicchieri in plastica o biodegradabili e consumati in prossimità del locale.
In caso di gruppi particolarmente molesti, l’unico intervento possibile è quello della Polizia locale. «Facciamo il possibile», afferma il comandante della polizia locale Marco Agostini, «Ma possiamo intervenire solo quando sorgono problemi. Ci occupiamo principalmente degli individui più esagitati».
Nella giungla degli addii al celibato, ieri si è conclusa anche la quindicesima giornata di contributo d’accesso. Il numero di paganti è in linea con sabato e restano stabili le esenzioni per gli studenti (17.192), lavoratori (22.917), proprietari di immobili o titolari di contratti di locazione (7.555) e per i parenti in visita (2.709).
Di nuovo, i controlli non hanno riscontrato particolari criticità, “bippando” in totale 15.518 Qr code.
Continua, quindi, l’approccio dell’amministrazione a informare quanti raggiungono la città, indirizzandoli al gazebo dove è possibile pagare il contributo d’accesso in loco.
I varchi si faranno rivedere il prossimo fine settimana, sabato 25 e domenica 26, mentre quello successivo - in cui ci sarà anche il Salone Nautico e in cui cade la Festa della Repubblica - il ticket non sarà dovuto. La sfida all’overtourism continua.