«Quella con l’Empoli è come una semifinale, dice Fabio Cannavaro. Insomma, Italia-Germania, aggiungiamo noi senza che l’allenatore dell’Udinese abbozzi alla “provocazione”.
La frase usata da Cannavaro rende comunque bene l’idea perchè poi aggiunge: «Se la vinciamo possiamo festeggiare, altrimenti dovremo andare a giocare la finale per il terzo e quarto posto». Ovvero l’ultima gara del campionato a Frosinone.
Fabio, nel momento in cui gli viene chiesto se in caso di conclusione felice della stagione stia pensando a un futuro ancora più lungo in bianconero, va addirittura oltre e non per una questione di scaramanzia: «Premesso che sono più abitudinario che scaramantico, sono troppo focalizzato sull’obiettivo per cui fino a quando non verrà raggiunto non avrò altri pensieri. Sono arrivato a Udine dopo essere stato contattato la sera precedente, mi sono tuffato nel lavoro e ho avuto la fortuna di trovare un ambiente disponibile. Aver vinto a Lecce non deve farci pensare di essere salvi, prepariamo mentalmente anche uno spareggio. Può succedere di tutto, i giocatori che oggi sono fuori potrebbero essere pronti per un’eventuale coda del campionato».
Prima della gara di Lecce il tecnico aveva spiegato che nel tentativo di togliere pressione alla squadra avrebbe detto ai giocatori che non sarebbe stato un obbligo vincere ma fare le cose per bene.
E stavolta? L’Udinese ha un match point che sembrava impensabile il giorno dopo la sconfitta con la Roma: «I ragazzi ovviamente sanno che vincendo domenica la situazione sarebbe definita, ma affronteremo una squadra con caratteristiche importanti, abituata a un certo tipo di calcio. Se subentrasse il nervosismo per lo 0-0 non mi piacerebbe, le partite si possono vincere anche al 95’, in questo genere di gare vince chi sbaglia meno e si va sul particolare.
Nessuno va in campo per pareggiare o per perdere, lo sport ci insegna che dobbiamo fare il massimo per ottenere un risultato importante. Sono esigente non perché i miei giocatori debbano vincere, ma perché devono andare in campo con la voglia di farlo».
Ecco perché sottolinea che la squadra a Lecce gli è piaciuta ma che c’è ancora tanto da fare: «Lunedì per alcuni tratti di gara siamo tornati a pensare come singoli e non come squadra, non si pressava tutti assieme e quando un compagno era in difficoltà nessuno lo aiutava. Con l’Empoli dovremo essere molto più squadra perché loro per primi lo sono».
La formazione di Nicola soprattutto in mezzo al campo ha molti giocatori brevilinei e veloci che potrebbero creare problemi all’Udinese: «Ce li creeranno sicuramente – replica Cannavaro –, dovremo essere bravi a limitare le loro giocate, a pensare prima e agire velocemente. Se scendiamo in campo senza una logica potrebbero colpirci in transizione, dovremo essere intelligenti nella gestione».
Le ultime tre riflessioni sono sui singoli. Il primo è Pereyra ancora non al meglio: «È un giocatore fondamentale per noi, come tutti quanti. Devo cercare di dare motivazioni a tutti, non posso concentrarmi solo su un grandissimo giocatore, ma va gestito». Poi Ehizibue: «A Lecce è uscito perché era stanco, deve imparare a gestire le forze: meglio che arrivi sul fondo tre volte e che faccia altrettanti cross piuttosto che arrivi dieci volte senza mai crossare». Infine il redivivo Success: «Non ho parlato solo con lui, ma con tutti. Isaac ha 28 anni e può dare ancora tanto a questa squadra. Il suo impiego è la conseguenza di quello che ha fatto vedere in allenamento».
