foto da Quotidiani locali
UDINE. Un altro punto perso nell’ultimo quarto d’ora, il punto numero 15 dal ritorno di Gabriele Cioffi sulla panchina dell’Udinese. Chiaro che con questi presupposti “tangibili” la salvezza dei bianconeri si sia davvero complicata, anche se a sette giornate dal termine del campionato, la Zebretta ha ancora un paio di lunghezze di vantaggio sulla zona retrocessione.
I rimpianti
Un bottino misero da difendere con grande determinazione nella parte finale del torneo, senza farsi travolgere da quello che poteva essere e non sarà, visto che adesso, con meno della metà dei punti gettati alle ortiche nei minuti finali (sette), l’Udinese sarebbe a quota 35, in una situazione di classifica decisamente diversa, praticamente in compagnia del Genoa che sta giocando senza pressioni e ansia, avendo già centrato di fatto l’obiettivo salvezza, fondamentale per una neopromossa. Insomma, non quei punti il giudizio sulla Zebretta sarebbe decisamente diverso, seppur non esaltante, visto che sarebbero serviti tutti gli “sprechi” per ritrovarsi a rincorrere l’Europa assieme a Fiorentina e Torino, tanto per fare qualche esempio.
Per non farsi sviare dai “se”, tuttavia, bisogna dire che nell’arco di una stagione intera difficilmente la classifica mente. E se i “nostri eroi” si ritrovano adesso nei bassifondi per colpa dei troppi punti persi nei finali di partita è chiaro che ai bianconeri è mancato per lo meno il sangue freddo.
Le tappe
Suona strano che l’Udinese abbia perso tante occasioni sul rettilineo finale delle partite, visto che dal punto di vista dell’atteggiamento mentale Cioffi ha sempre predicato aggressività e coraggio. Eppure i numeri non posso mentire, soprattutto se si prende in considerazione un arco d’osservazione ampio, 22 partite, quelle sotto la gestione del tecnico toscano, subentrato a Sottil alla fine dello scorso ottobre, dopo 9 giornate. E il difetto dei finali amari è emerso ben presto.
Alla prima occasione allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium, quando l’Atalanta ha raggiunto il pareggio al 93’ con Ederson. Una rimonta che fa il paio con quella del Verona, nella successiva partita casalinga, un 3-3 maturato addirittura al minuto numero 97 contro un’avversaria diretta nella zona calda della graduatoria. Non si tratta dell’unico regalo da quelle parti della classifica, visto che l’Udinese si è ripetuta anche con il Sassuolo con il 2-2 su rigore a due minuti dal 90’.
Poi le concessioni in trasferta: a Torino contro i granata, a Firenze. Ma anche con le squadre da Champions, la Lazio, il Milan (due i gol subiti nell’ultimo quarto d’ora, 3 punti persi) e lunedì sera l’Inter.
Il futuro
Nel dopo-partita Cioffi, stuzzicato sull’argomento, ha parlato della gestione degli ultimi minuti, cercando di evitare il trappolone del banco degli imputati.
«Sì, avevo avvertito la squadra dell’importanza di un pareggio da conservare a tutti i costi. Sì, avevo chiesto di mantenere più possibile il possesso palla».
Nessun nome o indice puntato su chi non avrebbe seguito gli ordini. Acqua passata? Solo se l’Udinese non ricadrà più negli stessi errori. Se giocherà con un minimo di furbizia le ultime dette giornate. Prendete il recupero contro l’Inter.
Dopo il fallaccio di Lautaro Martinez, Ebosele avrebbe dovuto utilizzare un po’ di malizia, la partita sarebbe finita tra una spugnata di acqua santa e una protesta, magari superflua tirando in ballo il Var, per condotta violenta. Il calcio è anche questo, dear Festy.