foto da Quotidiani locali
CIMOLAIS. I lupi hanno fatto strage di pecore e agnellini nella notte fra il 29 e 30 marzo, a poche centinaia di metri dall’abitato di Cimolais. L’episodio ha acuito l’inquietudine in paese per la presenza dei lupi, attirati dalla discesa verso la pianura, nel periodo invernale, dei cervi.
A “inchiodare” gli autori della mattanza le impronte delle zampe, analizzate dagli esperti. Sono morti in tutto 23 capi di Scottish black face, altri quattro sono rimasti feriti.
Il gregge – una settantina di ovini – era al sicuro dietro al recinto elettrificato (fornito dalla Regione) ma quella notte un cervo, evidentemente inseguito dal branco di predatori, ha divelto una ventina di metri di rete, trascinandola via con sé nella fuga.
In quel varco sono riusciti a introdursi i lupi, che hanno fatto a brandelli gli agnellini e gli esemplari di femmine, risparmiando invece i montoni. Stranamente due carcasse di ovini sono state coperte di terra, un comportamento inusuale per la specie. Nessuna traccia del cervo, che si è invece salvato.
Il danno, per il proprietario del gregge, ammonta a circa 6.900 euro. Potrà essere però richiesto l’indennizzo alla Regione. Sul posto ha effettuato un sopralluogo la stazione forestale. I resti degli animali dilaniati sono stati donati dai proprietari alla riserva del lago di Cornino: potranno essere così alimentati i grifoni.
«È la prima volta che assistiamo a un attacco a animali da reddito e non alla fauna selvatica – ha evidenziato il sindaco di Cimolais Davide Protti –. Il primo episodio è avvenuto circa due anni fa. Ho trovato un cervo sbranato dai lupi a 35 metri da casa mia, in centro».
I cervi si avvicinano al paese in cerca di erba fra novembre e aprile e i lupi li seguono per predarli. Poi, però, quando i prati in quota si rinverdiscono, gli ungulati risalgono. Il sindaco ha notato una proliferazione di cervi nei dintorni di Cimolais (nel cui territorio ricade l’82% del parco delle Dolomiti friulane).
La presenza stanziale dei lupi però, «crea quasi una percezione di assedio». «I residenti – ha osservato Protti – hanno cambiato le loro abitudini di vita, non escono più la sera a passeggiare o a portare a spasso il cane. Non possiamo nascondere che ci sia preoccupazione».
Il sindaco ha osservato che in montagna non ci sono problematiche legate all’ambiente naturale, ma piuttosto alla presenza dell’uomo nel contesto montano. Ad avviso di Protti il presidio umano, che garantisce la sicurezza anche alla pianura, può «mettere in atto azioni ragionevoli per la compensazione di alcuni disequilibri naturali».