foto da Quotidiani locali
È il rumore delle motoseghe, la colonna sonora di questa primavera. Dopo la raffica di abbattimenti per far posto alla nuova linea del tram in via Chiesanuova, dove una quarantina di alberi sono stati eliminati in pochi giorni la settimana scorsa, lunedì gli operai sono entrati in azione in via Cristoforo Moro dove si è avviato l’abbattimento di un intero filare di prunus dalle foglie rosse, undici piante adulte, di 25 anni circa, che stavano per fiorire.
Per il Comune sono tutte malate, ma c’è qualcuno che sospetta un’operazione finalizzata all’allargamento dello spazio destinato alle auto, visto che la strada è destinata a diventare strategica. Intanto però la Lega per l’abolizione della caccia di Padova ha inviato al Comune una diffida legale: i tagli, se non urgenti per la tutela dell’incolumità pubblica, dovevano essere sospesi da aprile a luglio perché è periodo di nidificazione degli uccelli.
Era già successo a maggio dell’anno scorso, quando il Comune aveva tagliato alberi nella passeggiata Bianchini, vicino al parco Iris, dove passerà la linea del tram stazione-Voltabarozzo. E anche in quel caso la Lac, tramite lo studio legale Bergo, aveva diffidato il Comune dal portare avanti gli abbattimenti. Il copione si ripete e lo studio legale sottolinea la recidività dell’amministrazione.
«Questi alberi non possono essere tagliati nel periodo tra il primo aprile e il 31 luglio», si legge nella diffida. «Tale divieto è sancito non solo dalle normative nazionali ed extranazionali, ma anche e soprattutto dal regolamento comunale». E non c’è la scusa dell’urgenza, evidentemente. «L’esigenza di rispettare le tempistiche previste per il Pnrr (che finanzia le nuove linee del tram, ndr) costituisce una mera questione organizzativa del Comune», sottolinea l’avvocato Bergo.
Concluso il lavoro in via Chiesanuova, con un conto di 40 alberi che porta il totale a oltre 120 dall’inizio dell’anno - più quelli schiantati dal maltempo - lunedì gli abbattimenti sono partiti in via Cristoforo Moro. Undici prunus stanno cadendo uno dopo l’altro. Il Comune ne aveva disposto l’eliminazione a inizio aprile, perché - stando alle perizie - sono tutti malati.
Ma Lucio Passi, storico esponente di Legambiente, solleva qualche dubbio: «Tutti sanno che il campus universitario in costruzione alla caserma Piave avrà l’accesso motorizzato solo da via Moro. E questa strada si trasformerà in un colossale ingorgo», dice Passi. «Si prevedono migliaia di nuovi spostamenti al giorno da e verso il campus. Lo studio sull’impatto viabilistico, commissionato dall’Università, stima una frequentazione di 3.500 studenti più il personale pari a 560 unità. E la previsione che di questi quattromila, il 40 per cento - come si legge nella relazione - raggiunga il campus a piedi, con i mezzi pubblici, o in bici, appare poco credibile. Ma se anche fossero solo tremila le auto che ogni giorno raggiungeranno il campus, bisogna considerare che un’opera come il campus, per ogni mezzo genera quattro spostamenti al giorno. Che si aggiungeranno agli attuali 15-16 mila che ogni giorno congestionano il nodo di piazzale San Giovanni».
Il sospetto di Passi, dunque, è che semplicemente si stia facendo spazio alle auto in una zona che fra doppio senso di via Volturno, Prandina, campus e in futuro anche castello Carrarese, sembra condannata a congestionarsi, non essendo mai stato neppure definito un piano per la viabilità.
