Il negozio fu chiuso per una settimana. Quasi una tonnellata di alimenti che in gran parte dovevano essere smaltiti
CHIAVERANO. È stato assolto, perché il fatto non costituisce reato. Aveva dovuto chiudere per una settimana la sua macelleria, Attilio Avondoglio, 64enne di Chiaverano, perché nella sua cella e in un pozzetto del frigo i carabinieri del Nas avevano trovato quasi una tonnellata di carne in cattivo stato di conservazione e senza etichettatura. Secondo la procura di Ivrea, avrebbe voluto venderla. Ma il suo avvocato, Pio Coda, ha dimostrato in aula che non era così.
«Si è fatta chiarezza - ha spiegato il legale -, con l’attività istruttoria siamo riusciti a dimostrare qual era la provenienza e la destinazione delle carni».
Circa settecento chilogrammi di carne in cattivo stato di conservazione erano stati ritrovati, congelati, all’interno di una cella frigo, sprovvisti di etichettatura, mentre 200 circa, all’interno di un congelatore a pozzetto e altri 20 chili di costine di suino, anche queste non tracciabili, erano all’interno della cella frigorifera. Per la prima, la quantità più ingente, è stato dimostrato che doveva essere smaltita e non era destinata alla vendita. La seconda, invece, era destinata a un uso privato. Per le costine, infine, è stata presentata una fattura per accertarne la provenienza. In generale, comunque, lo stato organolettico della carne era buono, seppure quello di conservazione non lo fosse. È stato accertato da un esperto, che ha testimoniato durante le udienze che si sono tenute in via Pavese a Ivrea.
I clienti, comunque, non hanno mai abbandonato Avondoglio, a detta del titolare Attilio, anzi gli hanno manifestato da subito grande solidarietà.
All’indomani della riapertura aveva detto alla Sentinella: «Nel giro di due giorni ho eseguito i provvedimenti disposti dall’Asl. I veterinari, dopo il sopralluogo che ha dato esito positivo, hanno consentito la riapertura. Nessuno dei miei affezionati clienti mi ha abbandonato. Anzi, ringrazio tutti. La carne congelata nei sacchetti privi di etichettatura non era destinata al consumo umano, mentre la cella abusiva non si trovava né nel negozio, né nel laboratorio, né nel magazzino, ma in un ambiente privato». La macelleria Avondoglio di Chiaverano si trova in corso Zuffo ed è una delle attività commerciali più note del Canavese, conosciuta per i suoi arrosticini e gli hamburger.
Dato il sequestro e le prescrizioni del servizio veterinario dell’Asl/To4 era rimasta chiusa per una settimana dal 15 al 22 aprile 2021, dopo l’ispezione dei carabinieri del Nas, che aveva destato un grande scalpore in quei giorni. Dopo l’assoluzione del 6 maggio, tuttavia, si mette un punto definitivo sull’innocenza di Avondoglio: quella carne non era destinata ad essere venduta.