VOGHERA. Tre imputati hanno spiegato di voler risarcire il danno e chiedere scusa per quei commenti offensivi. Una offerta che la parte offesa, l’ex assessore leghista di Voghera Massimo Adriatici, è disponibile ad accettare, annunciando sin da subito che devolverà le eventuali somme in beneficenza alla Caritas. Per dare il tempo alle parti di trovare un accordo la giudice Maria Cristina Lapi ha rinviato all’11 giugno l’udienza preliminare in cui si dovrà decidere sul processo a carico di nove persone, accusate di stalking, diffamazione e istigazione a delinquere, in relazione a post apparsi sulla pagina Facebook “Politica è partecipazione” tra il 2021 e il 2022.
Tra i nove imputati c’è il blogger e responsabile di quella pagina Gianpiero Santamaria, 52 anni, che si trova in carcere per altri fatti (un’aggressione a un testimone in tribunale a Pavia in uno dei processi che lo vede coinvolto). Era presente in udienza e insieme a lui c’erano gli altri imputati: il commerciante Davide Palumbo, Alessandro Rossi, ritenuto dall’accusa moderatore della pagina, e Luca Nascimbene. Rischiano il processo per le stesse accuse anche coloro che hanno commentato i post ritenuti, dalla procura, diffamatori: Sara Tariffa, Jalil Abdelakhalek, Francesco Patti, Sarra Benzarti e Luana Di Simone. Nei confronti di alcuni imputati è già stato avviato un processo per diffamazione, sempre legato a post apparsi sulla pagina Facebook, che vede 30 persone offese. Questo secondo filone nasce invece da una serie di denunce presentate tra l’estate e l’inverno del 2021 dall’ex assessore Adriatici, per il quale è in corso il processo per la morte di Youns El Boussettauoi, ucciso la sera del 20 luglio 2021 da un colpo di pistola esploso proprio da Adriatici.
Tra gli episodi citati nei capi di imputazione si fa riferimento alla sera dell’ottobre del 2021 quando Santamaria avrebbe seguito Adriatici per le strade di Voghera. Una scena ripresa e poi postata sulla pagina Facebook, accompagnata da alcune dichiarazioni del blogger e politico. Lo stalking, oltre alla diffamazione, è contestato anche per i post e i video sulla pagina, pubblicati nel periodo tra giugno e novembre 2021. A ottobre di quell’anno finiscono nel mirino 15 post, in cui Adriatici viene definito “assassino” e in cui si fa riferimento ai presunti contatti amicali tra «Adriatici e i magistrati della procura di Pavia» che avrebbero condizionato le indagini sulla morte di Youns El Boussettaoui. «La nostra intenzione è comunque devolvere in beneficenza le eventuali somme che saranno offerte – spiega il legale di Adriatici, Gabriele Pipicelli –. Sia quelle offerte spontaneamente che le eventuali somme decise dal giudice».