VOGHERA. Nel 2022 i vogheresi avevano evaso circa 1,3 milioni di euro di Tari e 280mila euro di Imu. Nel 2023 non c’è stata una grande differenza. E poi ci sono le contravvenzioni per le violazioni al Codice della Strada (c’è un arretrato pluriannuale intorno ai 5 milioni di euro), i buoni mensa non pagati, eccetera. Anche quest’anno, pur sapendo che mediamente si recupera il 50% della cifra, l’amministrazione comunale di Voghera ha incaricato una ditta specializzata, la Creset Spa, di recuperare quelle somme evase e non saldate dopo tutta la prevista serie di solleciti. Quanti soldi potranno rientrare nelle casse di Palazzo Gounela? Impossibile saperlo, e lo si ammette anche nella delibera di incarico alla società. Si presume, all’incirca, per questa singola procedura, di poter recuperare oltre 200mila euro, visto che alla Creset dovrebbero arrivare 20mila euro e l’aggio, ossia la percentuale del ricavato che la ditta trattiene, è del 12 per cento. Ma sono numeri ancora molto vaghi, perché se è certo che gli arretrati si contano in milioni di euro, è altrettanto vero che la “riscossione coattiva”, ultima ratio nella procedura di recupero, spesso va a scontrarsi con un dato oggettivo: c’è poco da riscuotere, chi non paga non ha nulla o quasi per mettersi in regola. Tant’è che oltre la metà delle procedure finisce in nulla.
In ogni caso, il Comune, in caso di mancato pagamento degli arretrati dopo la procedura di riscossione coattiva, prevede una serie di «azioni cautelari ed esecutive», e in particolare: preavvisi di fermo amministrativo (ad esempio dell’auto), fermi amministrativi, preavvisi di espropriazioni immobiliari, pignoramenti presso terzi, pignoramenti immobiliari. Va detto che spesso le procedure giudiziarie di questo tipo sono costose (e gli esiti dubbi): così il Comune precisa, nell’incarico alla ditta, che saranno presi tali provvedimenti solo «verificata la non antieconomicità dell’azione». —
