PAVIA. Circa 500 studenti dell’istituto Bordoni ieri hanno proclamato una giornata di sciopero per protestare contro la nuova circolare firmata dal preside Antonino Crea che impone la chiusura del portone di ingresso alle 8,10 per gli alunni sprovvisti di autorizzazione che saranno quindi costretti a saltare la prima ora e verranno segnati assenti. Quasi 200 quelli che sono rimasti a casa.
La protesta
Sono i numeri comunicati da alcuni rappresentanti degli studenti che spiegano: «Molti di noi sono pendolari e spesso bus e treni sono in ritardo. È quindi assurdo penalizzare ragazzi che affrontano quotidianamente un viaggio anche di un’ora. Nei giorni scorsi alcuni sono stati costretti ad attendere fuori dall’istituto, al freddo e sotto una pioggia battente. Sono stati obbligati a saltare la prima ora e si sono visti segnare l’assenza».
E così molti dei circa 1200 studenti del Bordoni hanno deciso di contestare le disposizioni della presidenza che vietano inoltre l’uso del bagno alla prima ora e dopo l’intervallo, ad eccezione di urgenze consentite dai docenti, e impedisce di spostarsi di piano durante gli intervalli.
«L’istruzione non ha orario – dicono gli studenti – e le circolari emesse sono illegittime e pretendiamo che vengano cancellate. Per questo scioperiamo: non è una pausa dalle lezioni, ma un richiamo all’azione, un modo per far sentire la nostra voce e la contrarietà a regole imposte senza il nostro consenso». E aggiungono: «Pretendiamo che vengano cancellate le regole stabilite perché illegittime. Ci siamo confrontati con il sindacato studentesco provinciale e regionale che ci ha consigliato di scioperare in quanto la circolare sui ritardi va contro il regolamento scolastico secondo il quale, in caso di ingresso dopo le 8,10, è a discrezione del docente accettare o meno in classe lo studente. Per modificare il regolamento serve l’approvazione del Consiglio di istituto di cui noi rappresentanti facciamo parte, come prevede l’articolo 10, comma 3, del decreto legislativo 297 del 1994. Per quanto riguardo l’uso del bagno e gli spostamenti di piano, visto l’impatto sulla vita degli alunni, sarebbero dovuti passare al vaglio del consiglio d’istituto. Ora speriamo in un confronto con il preside per una soluzione dei problemi, senza proseguire con le limitazioni».
Parla il dirigente scolastico
Il preside Antonino Crea ricorda che la sua porta è sempre aperta e che i ragazzi avrebbero dovuto chiedere un incontro per comprendere i motivi della direttiva.
«Se ciò fosse accaduto, avrei consigliato l‘iter da seguire: richiedere un’assemblea di istituto, anche in mia presenza, per una discussione democratica», spiega il dirigente facendo poi sapere che, fatta eccezione per qualche disguido verificatosi all’avvio della circolare, resta valido il permesso di ingresso posticipato per i ragazzi che viaggiano. «Il problema riguarda chi pensa di entrare in classe quando vuole. La scuola vive attraverso il rispetto di regole finalizzate al buon funzionamento. Personalmente, a nome di tutto il Collegio dei docenti e del personale in servizio, ritengo che richiamare gli studenti all’osservanza degli orari sia il minimo che si possa pretendere. Oltre questo vi è l’anarchia e ciò risulta inaccettabile». Definisce quindi lo sciopero “immotivato” il dirigente, deluso da chi «paragona la scuola che frequenta ad un istituto di pena e detenzione (il riferimento a uno striscione dove si paragonava il Bordoni al carcere minorile Beccaria, ndr)» mentre «il divieto a spostarsi di piano è legato a motivi di sicurezza per la presenza di un cantiere». —
Stefania Prato
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