foto da Quotidiani locali
VIGEVANO. Per anni le avrebbe reso la vita impossibile, presentandosi anche sul posto di lavoro, nel suo negozio di abbigliamento, e umiliandola davanti a tutti. L’uomo, un 50enne di Vigevano, secondo la denuncia presentata dalla ex convivente, era geloso anche delle amiche della vittima e delle sue clienti. Ora è a processo per maltrattamenti: secondo il capo di imputazione formulato dalla procura avrebbe più volte aggredito la ex fisicamente e verbalmente, «provocandole preoccupazione e allarme» a causa dei «ripetuti atteggiamenti prevaricatori e umilianti» e «ponendola in stato di sofferenza morale e psichica». Secondo la ricostruzione della procura i maltrattamenti sarebbero cominciati nel mese di novembre del 2017.
Gli episodi
Tra gli episodi contestati ci sono insulti e umiliazioni verbali: l’imputato secondo l’accusa si rivolgeva spesso alla convivente con frasi del tipo «Fai schifo», «Non sei nessuno», «Sei un’incapace», ma anche con minacce: «Muori, ti ammazzo». Ogni giorno l’imputato, sempre secondo l’accusa, controllava la convivente nei suoi spostamenti, impedendole di uscire da sola se non per andare al lavoro. Per gelosia, inoltre, controllava i messaggi e le telefonate.
Ma anche il luogo di lavoro, il negozio gestito dalla donna, non era zona franca: l’imputato in alcune occasioni si sarebbe presentato nell’attività commerciale e, trovando la donna con una sua cliente, l’avrebbe insultata e aggredita verbalmente. A un certo punto la donna decide di troncare la relazione, ma l’uomo in qualche modo la convince a tornare con lui, insistendo con telefonate e messaggi.
Le violenze fisiche
Nel capo di imputazione si parla anche di aggressioni fisiche. Un giorno di marzo del 2019, durante l’ennesima lite, l’uomo avrebbe colpito la convivente con due schiaffi al volto. Un episodio simile si sarebbe verificato a maggio e a giugno, quando durante un’altra discussione l’uomo l’avrebbe afferrata per i polsi procurato abrasioni.
A giugno la vittima decide di mettere fine definitivamente alla relazione, ma l’uomo, secondo la denuncia, non si rassegna e continua a molestarla, con messaggi, chiamate e appostamenti vicino alla casa. Accuse ancora da provare. —