/ PAVIA
A febbraio erano scattate le condanne per i soci, alcuni di loro ex detenuti. A distanza di quasi due mesi la procura di Pavia ha eseguito, attraverso la Finanza, l’interdizione dall’esercizio di ogni attività alla cooperativa sociale Unicum Onlus di Assago, che si occupava nelle carceri lombarde, compreso Torre del Gallo (da dove l’indagine era partita) dei programmi di reinserimento dei detenuti. La misura cautelare, eseguita ieri mattina dalla Guardia di Finanza, è in sostanza un sequestro: alla cooperativa è impedita di fatto ogni attività. L’accusa, sostenuta nel processo di primo grado dal pubblico ministero Andrea Zanoncelli, è di avere offerto, dietro compenso, uscite facili dal carcere dando la possibilità a numerosi detenuti di accedere a misure sostitutive della detenzione grazie a percorsi di riabilitazione che in realtà non sono mai stati attuati o comunque in assenza dei requisiti. Il provvedimento è stato adottato in attesa della sentenza definitiva del processo in corso.
Le contestazioni
Secondo la procura gli imputati avrebbero costituito la cooperativa in modo fittizio, per offrire percorsi di recupero, assistenza psicologica, un lavoro e anche alloggi, ai detenuti che avevano i requisiti per ottenere misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova ai Servizi sociali.
Questi percorsi, però, per la procura venivano garantiti dietro pagamento di compensi e con false certificazioni. Il processo per cinque persone, tra presidente della coop e soci, tutti domiciliati tra Pavia, Ceranova e Milano, si è concluso con condanne comprese tra un anno e dieci mesi e 3 anni e 4 mesi per le accuse di associazione per delinquere e false dichiarazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.
«Tale provvedimento - sottolinea una nota della Procura firmata da Fabio Napoleone - ha seguito l’emissione della sentenza con cui, in data 21 febbraio 2024, in integrale accoglimento delle richieste proposte da questo ufficio, il presidente pro tempore, altri membri del consiglio di amministrazione e persino alcuni soci dell’ente sono stati riconosciuti colpevoli di essersi illecitamente associati al fine di compiere un numero indeterminato di episodi di false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, reati commessi ai danni di vari Tribunali ed Uffici di Sorveglianza e anche dell’autorità giudiziaria ordinaria».
le intercettazioni telefoniche
Le indagini del sostituto procuratore Zanoncelli erano partite da una intercettazione telefonica tra detenuti del carcere di Torre del Gallo, dove due reclusi parlavano, secondo l’accusa, di come trovare 5mila euro, perché, dice uno, «sono entrato in contatto con la Unicum e mi fa uscire». «È stato ritenuto - continua il comunicato della Procura - che attraverso l’attività illecita compiuta dall'ente, favorita anche dall'intervento di vari collaboratori compiacenti, per quasi un biennio numerosi detenuti hanno indebitamente usufruito di sostituzioni delle misure cautelari carcerarie a loro applicate o di applicazione di misure alternative alla detenzione, trovando alloggio presso strutture che attestavano percorsi rieducativi ed assistenziali mai concretamente posti in atto». —