foto da Quotidiani locali
CASTEGGIO. I play off quasi sfumati, l'elogio all'Oltrepo vicino al salto in D, qualche cenno al suo passato più glorioso e un giudizio sospeso sul suo futuro. Paolo Chierico, 72 anni, oggi tecnico del Casteggio, tocca tanti temi, alla vigilia del derby della via Emilia tra i gialloblu e l'Oltrepo, in programma sabato alle ore 18.
Partiamo dal derby di sabato, in cui l'Oltrepo, anche con un pareggio, può centrare la promozione in D.
Che Casteggio vedremo?
«La sconfitta di Lazzate ha infranto il nostro sogno di arrivare ai play off, ora, obiettivamente, ci sono troppe squadre davanti. Peccato perché a Lazzate siamo arrivati con diversi problemi di formazione, e il Lazzate, davvero un'ottima squadra, li ha evidenziati tutti. Detto questo, sabato non faremo le comparse, sarà un po' come Inter-Milan del prossimo turno di serie A, non credo che il Milan stenda il tappeto rosso all'Inter».
Sorpreso dallo scatto decisivo in vetta dell'Oltrepo?
«Si meritano questo traguardo, hanno avuto grande continuità. Barbieri è un allenatore giovane, che sta dimostrando le sue capacità e la società è solida. Il presidente Catenacci ha tanta esperienza nel calcio, non lascia mai nulla al caso».
Cosa è mancato invece al Pavia nella lotta al primo posto?
«Credo che il Pavia stia pagando le troppe rivoluzioni tecniche. L'anno scorso era successo con Tassi, in questa stagione si sono alternati tre allenatori. Cosi si tolgono certezze ai giocatori. Hanno comunque la possibilità di salire attraverso i play off. Come avversarie più temibili, dico Lazzate e Solbiatese, che ha speso molte energie per arrivare in finale di Coppa, ma ora è tornata a correre anche in campionato».
Soddisfatto del suo lavoro a Casteggio?
«Complessivamente sono contento, anche se mi sarebbe piaciuto giocarmi i play off sino all'ultima giornata. Ringrazio la società, che mi ha messo a disposizione una rosa attrezzata. Dopo il periodo di assestamento coinciso con il mio arrivo, con diversi cambiamenti nella rosa, da gennaio in poi ho potuto trasferire le mie idee e la mia mentalità. Ho un solo rimpianto, e riguarda gli schemi sui calci piazzati, in cui siamo stati poco efficaci. In certe gare equilibrate, il gol da palla inattiva può orientare il senso della partita. A Casteggio, sono stato molto bene, c'è un presidente giovane e ambizioso, e la società è organizzata, e ha tanta voglia di migliorare».
Sarà alla guida del Casteggio anche per la prossima stagione?
«Alla società ho già detto che ci troveremo a fine campionato e ne parleremo serenamente».
Il nome Oltrepo, per lei, rievoca dolci ricordi, in due epoche differenti. Quali sono le immagini più nitide di quelle esperienze?
«Era un'altra società, che aveva base a Stradella, non ha nulla a che vedere con l'Oltrepo di oggi. La promozione in C2 del '92 resterà per sempre nel mio cuore. Tino Rovati è stato un presidente unico, anche dal lato umano. Poi mi sono trovato benissimo anche nella seconda esperienza, negli anni 2000, con Luigino Maggi, una persona eccezionale. A Stradella mi hanno sempre voluto bene, ma fortunatamente ovunque sia stato, la gente mi dimostra sempre gratitudine e affetto, che per me valgono più di ogni risultato sportivo. Facendo un pò di conti, ho allenato 768 giocatori, e 13 di loro sono arrivati a giocare in serie A e 21 in B. Non certo per merito mio, ma se mi riconosco una qualità è quella di aver sempre dato fiducia ai giovani. Ho sempre pensato che chi ha qualità deve giocare, aldilà dell'età».ALESSANDRO QUAGLINI