foto da Quotidiani locali
VOGHERA. L’anno scorso nei primi tre mesi dell’anno erano stati dieci, ma nello stesso periodo del 2024 sono diventati 20: sono praticamente raddoppiati lo smog a Voghera ha sforato il limite previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità: 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo. Nel 2023 i giorni incriminati furono quattro a gennaio e sei a febbraio, mentre quest’anno la centralina di via Pozzoni incaricata di rilevare quotidianamente lo stato di salute dell’aria ha segnalato 11 giorni rossi a gennaio, otto a febbraio e uno a marzo. Secondo le indicazioni dell’Oms, nessun luogo dovrebbe superare la fatidica soglia di attenzione dei 50 microgrammi per metro cubo per più di 35 giorni all’anno, ma a metà di aprile Voghera ha già consumato più della metà degli sforamenti ammessi. Certo, con la bella stagione la qualità dell’aria migliorerà (lo ha anzi già fatto, come dimostrano le rilevazioni di marzo), ma rimangono da considerare i mesi di novembre e dicembre, durante i quali i riscaldamenti saranno accesi.
Se è vero che l’aumento della concentrazione delle polveri sottili accomuna tutta la pianura padana, rimane anche da considerare il fatto che non si sta parlando di Milano ma di Voghera, città di dimensioni ridotte e dal modesto tessuto industriale. «In parte il dato è frutto del cambiamento climatico – spiega Patrizio Dolcini di Legambiente – ma questa non è una giustificazione per non fare nulla, perché anche altri fattori hanno concorso a determinarlo. Dobbiamo ridurre il traffico e diminuire le emissioni, e dobbiamo farlo al più presto per evitare di finire rapidamente in una situazione di emergenza. Ma a Voghera di migliorare il trasporto pubblico non si parla mai, né si ragiona sulla possibilità di realizzare delle Comunità energetiche rinnovabili, come si sta facendo nei piccoli paesi. E nessuno ha mai proposto di formare anche qui, come avviene altrove, una consulta dei sindaci per l’ambiente. Intanto continuano ad insediarsi nuove logistiche».
L’assessore all’ecologia Carlo Fugini sottolinea come le politiche ambientali siano per lo più varate dall’alto, in quanto si tratta di un tema nazionale: «Il Comune non può fare molto a riguardo – dice –, se non pensare di limitare il traffico in certe aree della città o in certi giorni. Francamente mi sembrano entrambe misure eccessive, così come mi sembra eccessiva la rilevanza data alle logistiche presenti sul territorio vogherese: sono collocate a un passo dalla tangenziale, e il traffico che generano viene veicolato al di fuori della città».
Quello che l’amministrazione poteva fare («e che ha fatto», aggiunge Fugini) era ritardare il momento dell’accensione dei riscaldamenti e sgravare chi esegue lavori al cappotto degli oneri di occupazione del suolo pubblico.
«In merito alle Cer non abbiamo ancora iniziato a lavorarci – aggiunge – ma è vero: tante emissioni provengono dalle vecchie caldaie, e un buon proposito potrebbe essere quello di lanciare una campagna per il controllo e l’eventuale sostituzione dei loro sistemi di riscaldamento con altri più ecologici ed efficienti».