Pavia, sono quattro esponenti della maggioranza, tre di opposizione: approvata la delibera che sana le posizioni
PAVIA. Pgt: l’ultimo, disperato assalto per tentare l’approvazione in extremis. Lunedì 9 aprile, infatti, la giunta ha approvato la delibera che ha l’obbiettivo di sanare le posizioni di sette esponenti del Consiglio comunale che si sono dichiarati incompatibili con le norme del documento di programmazione urbanistica. Mercoledì 10 è in programma la commissione Territorio e giovedì 11 il Consiglio comunale.
Cosa succede ora
Cosa accadrà ora che la giunta ha approvato la delibera di convalida delle incompatibilità? E quanto tempo rimane per approvare il Pgt? Per mercoledì alle 18.30 è stata fissata la commissione consiliare Territorio che dovrà, a sua volta, approvare la delibera. Infine il giorno successivo, giovedì 11 aprile, la delibera arriverà in Consiglio comunale per la discussione. L’assemblea dovrà riprendere in esame i passaggi del Pgt rispetto ai quali sono state segnalate incompatibilità e rivotarli, avendo cura che ogni volta il consigliere comunale in conflitto di interessi esca dall’aula e non partecipi al voto. Solo dopo avere sanato le sette posizioni potrà riprendere la discussione per arrivare all’approvazione del Pgt che era stato adottato alla fine di gennaio 2023.
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Ci sono ancora le osservazioni relative a sette terreni da discutere e approvare e le sedute a disposizione sono due: il 15 e il 22 aprile. Dopo il 25 aprile, infatti, il Consiglio comunale non potrà più occuparsi del Pgt. Infine vi sono ancora alcune incognite dal punto di vista politico. Fratelli d’Italia, ad esempio, per bocca del segretario provinciale Claudio Mangiarotti aveva dichiarato di essere disposta a votare il Pgt solo se fossero state escluse tutte le aree che non abbiano un interesse pubblico. Uno stralcio che non è stato fatto. Cosa faranno i quattro consiglieri di FdI?
I nomi degli incompatibili
Nonostante l’amministrazione comunale abbia voluto tenerli segreti sino all’ultimo momento, sono filtrati i nomi dei sette consiglieri comunali (quattro di maggioranza e tre di opposizione) che sono proprietari di beni immobili, o hanno parenti entro il quarto grado proprietari di beni immobili, in conflitto di interessi con le norme generali del Pgt.
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Il primo, del quale si conosce il nome sin dallo scorso 14 dicembre, è il sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi. Ha annunciato di essere incompatibile rispetto a un terreno di proprietà della società Du Port Srl che ha come soci al 30% Giovanna Fracassi (figlia del fratello del padre del sindaco Fracassi, sua cugina insomma), al 30% Ferdinando Ciocca, padre dell’europarlamentare Angelo Ciocca, al 20% lo stesso Ciocca e al 20% la società Studio tecnico Ciocca. Si tratta del terreno sul quale sorgeva il garden market “I Tigli”, a Pavia Nord, al confine tra il Comune di Pavia e quello di San Genesio. Il primo cittadino, inoltre, potrebbe essere incompatibile anche riguardo a un secondo terreno, sempre di proprietà della medesima società ma questa volta a Pavia Est. Sempre in maggioranza sarebbero stati altri tre i consiglieri che hanno dichiarato potenziali conflitti di interessi. Si tratta di Nicola Niutta, di Fratelli d’Italia, presidente del Consiglio comunale e di sua moglie, la consigliera Maria Eugenia Marchetti della Lega. In questo caso, probabilmente, l’incompatibilità è legata alla proprietà di immobili in centro storico che potrebbero “beneficiare” delle norme contenute nel Pgt, alla pari - peraltro - di altre migliaia di immobili di proprietà di cittadini senza cariche istituzionali.
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Infine, il quarto nome legato alla maggioranza è quello del consigliere Roberto Maria Torti, eletto in Consiglio comunale con la lista Pavia Ideale e di recente passato al Gruppo misto.
Le opposizioni
Per quanto riguarda la minoranza in Consiglio, i presunti incompatibili sono tre. Il primo è Giuliano Ruffinazzi, consigliere del Pd, presidente della commissione di Garanzia, ex assessore ed ex presidente del Consiglio e consigliere provinciale. È stato lui stesso, pochi giorni fa, a divulgare la propria posizione che riguarderebbe un capannone industriale di proprietà di un cugino. Poi c’è la posizione tutta da decifrare della consigliera Alice Moggi, capogruppo di Pavia a colori, legata alla proprietà di una casa da parte dei genitori in via Abbiategrasso. Infine c’è il consigliere Roberto Rizzardi, della lista Cittadini per Pavia, che già in sede di adozione aveva segnalato per scrupolo di essere cugino di sesto grado rispetto al proprietario di un’immobile che potrebbe essere “toccato” dal Pgt in discussione.
In tutti i casi vale la pena di precisare che non vi è alcuna “colpa” da parte dei consiglieri; semplicemente sono proprietari di immobili che rientrano nel perimetro del Pgt. E, soprattutto, nel piano non esiste alcuna norma che faccia riferimento in modo diretto a questo o a quel terreno o edificio. È accaduto che, secondo un parere legale chiesto dalla giunta e basato su una recente sentenza del Consiglio di Stato, l’incompatibilità va estesa anche alle norme di carattere generale e non solo a quelle che riguardino in maniera specifica il bene di un determinato consigliere comunale. E questa lettura ha rallentato l’iter del Pgt.