PAVIA. Si appostò sotto casa della sorella, con una pistola carica, da cui poco dopo, ma in un’altra strada, partì un colpo. La procura, che aveva contestato il tentato omicidio e chiesto per questo il carcere, ieri ha chiesto l’assoluzione per G. Z., medico di 61 anni (da tempo non più in servizio) che la mattina del 25 luglio del 2023 esplose un colpo di arma da fuoco in via Bonetta, nella zona di porta Calcinara. Alla base della richiesta di assoluzione la «desistenza volontaria» da parte dell’imputato. La richiesta di condanna del pm Andrea Zanoncelli, a 3 anni e due mesi e 6mila euro di multa, è invece scattata per le altre accuse: stalking, porto abusivo di arma ed esplosioni pericolose. Gli avvocati dell’imputato, Daniele Cei e Davide Steccanella di Milano, hanno chiesto alla giudice Daniela Garlaschelli anche la revoca degli arresti domiciliari, che l’uomo sta scontando in una comunità a Lecco. Qualche giorno fa era stato già tolto il braccialetto elettronico applicato, come misura di sicurezza, sempre su richiesta della procura. La sentenza è prevista il 23 aprile.
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lo sfogo della parte civile
«Siamo molto delusi dalla richiesta di assoluzione per il tentato omicidio – dichiara l’avvocato di parte civile, Luigi Fornari –. Peraltro il pm ha dato parere favorevole alla sostituzione della misura cautelare con il divieto di avvicinamento. Nessuno ha chiesto una perizia psichiatrica o un accertamento della pericolosità sociale dell’imputato». La sorella è amareggiata: «Lui potrebbe tornare libero a Pavia, nell’abitazione di mia madre, a 500 metri da casa mia. Libero di fare del male ai familiari, libero di non curare le sue patologie psichiatriche. Le fiaccolate si fanno quando le donne vengono uccise, ma non si fa nulla per prevenire».
il confronto tra psichiatri
I legali avevano chiesto l’abbreviato condizionato alla deposizione del consulente psichiatrico Matteo Pacino, ma ieri c’è stata la rinuncia da parte degli avvocati, che hanno anche chiesto l’assoluzione per tutti i capi di imputazione. Per via della rinuncia non è stato sentito nemmeno il consulente della parte civile, lo psichiatra forense Marco Frongillo di Milano, che comunque ha depositato una relazione, basata sugli atti e certificati presenti nel fascicolo, in cui ha diagnosticato «disturbi di personalità cluster B», ossia narcisista, antisociale, borderline e istrionico.
la vicenda
Secondo le indagini della procura, la sorella e altri familiari dell’indagato (si omettono le generalità solo per tutelare le vittime del reato) ricevevano da tempo minacce. Una situazione degenerata dopo la morte del padre dell’imputato, che per anni lo aveva sostenuto anche economicamente. La notte prima dello sparo in strada l’indagato aveva chiamato più volte la sorella sul telefono e non riuscendo a mettersi in contatto con lei aveva mandato, all’alba, dei messaggi al cognato, con minacce di morte. Poi era andato sotto casa della sorella, appostandosi per un’ora circa, come registrato dalle telecamere del palazzo. Quindi è tornato verso casa sua e in via Bonetta, scendendo dell’auto, ha esploso un colpo di pistola (una Tanfoglio calibro 9X21 con il permesso per detenerla scaduto da tempo). Si era barricato in casa ed era stato poi arrestato. —
