CASTEGGIO
«Quel giorno mi sono trovato in una situazione che mai avrei immaginato. Ho dovuto affrontare un percorso di psicoterapia per superare l’accaduto». Il testimone seduto davanti al giudice Fabio Lambertucci è l’autista che il 25 di agosto del 2020 guidava l’autobus di Autoguidovie da Voghera a Stradella: a Casteggio un passeggero salì a bordo con una tanica di benzina e un accendino e dopo essersi cosparso il corpo con il liquido infiammabile minacciò l’autista, “colpevole” di averlo fatto scendere dal bus, il giorno prima, perché senza biglietto. Mohamed Ghali, 30 anni, originario del Marocco ma residente a Casteggio, è a processo con le accuse di lesioni, minacce e interruzione di pubblico servizio. Nel giudizio Autoguidovie e l’autista si sono costituiti parte civile.
Ieri sono strati sentiti alcuni testimoni, a cominciare dall’autista che si trovava alla guida del mezzo. «Il giorno prima avevo chiamato le forze dell’ordine perché quell’uomo, salito insieme a una donna, non aveva il biglietto – ha spiegato ieri l’autista –. I carabinieri sono arrivati subito e l’uomo è stato fatto scendere».
Sembrava finita e invece il giorno dopo è accaduto l’inimmaginabile. «Durante la corsa l’ho visto alla fermata di Casteggio e l’ho riconosciuto – ha spiegato il testimone –. In un attimo è salito da dietro e mentre si avvicinava sentivo l’odore della benzina. Aveva un accendino in mano, ha provato anche a farlo partire ma non si è acceso perché era bagnato. Questo mi ha salvato la vita». L’autista ha spiegato di avere fatto scendere a quel punto tutti i passeggeri dal bus, dieci persone tra cui un disabile. Quando i carabinieri sono arrivati l’uomo che aveva cercato di far saltare il mezzo era ancora sul posto. m. fio.