PAVIA. Otto marzo di sciopero (e non di festa) per difendere i diritti delle donne e delle minoranze: dopo le manifestazione di novembre animata dallo sdegno per il femminicidio di Giulia Cecchettin (a Pavia hanno partecipato in mille) il movimento femminista Non una di meno torna in piazza e incassa l’adesione di diverse associazioni cittadine. L’appuntamento è alle 18.30 per partecipare al corteo che attraverserà il centro in un lungo serpentone con partenza e arrivo da piazza della Vittoria.
«I mesi passano ma nulla è cambiato – afferma Rossella Cabras di Non una di meno – dall’inizio dell’anno, sono già più di dieci le donne vittime di femminicidio in Italia». Una piaga sociale che ancora affligge il Paese: basti pensare che solo l’anno scorso si sono consumati 120 femminicidi, la metà dei quali commessi da partner o ex delle vittime.
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Ma la violenza fisica non è l’unico motore della protesta di domani, e così la parola d’ordine scelta dal movimento è sciopero dal lavoro e dai servizi di cura, che spesso ricadono sulle spalle delle donne senza che il loro ruolo nell’assistenza domestica venga riconosciuto, come per esempio accade in altri contesti europei. «Il lavoro, soprattutto privato, è ancora un terreno di disuguaglianza, sia dal punto di vista dell’occupazione che dello stipendio – aggiunge Cabras –. La violenza nei confronti delle donne assume tante forme: non ci sono solo le molestie sul posto di lavoro ma anche le differenze di trattamento economico. Ne sono una prova le sindromi da stress correlate al lavoro, che colpiscono in misura maggiore le donne». Non una di meno vuole non vuole far cadere il silenzio sul ruolo di cura, spesso imposto – più che scelto – dalle donne: è su di loro che in certi casi ricade l’assistenza alle persone anziane della famiglia o la cura dei figli piccoli. Una condizione che è favorita – a volte – anche dall’impostazione del modello italiano di welfare, che ha un’impronta più familista rispetto alle strategie adottate da altri Paesi europei. «È una delle battaglie più importanti che stiamo potando avanti – prosegue Cabras –. Scioperiamo contro i tagli ai servizi, che fanno sì che il lavoro di cura sia scaricato sulle famiglie, e, quindi, nella maggior parte dei casi sulle donne, che si ritrovano con un carico enorme di lavoro non riconosciuto e non pagato. I tagli al welfare inoltre, trasformano le lavoratrici di questo settore in lavoratrici povere e negano la possibilità di accesso ai servizi».
Il corteo dell’8 marzo indetto da Non una di meno partirà da piazza della Vittoria e si dirigerà verso corso Cavour, raggiungerà il duomo e rientrerà in piazza attraversando Strada nuova.
La manifestazione ha incassato l’adesione di altre realtà dell’associazionismo cittadino come gli ambientalisti di Fridays for future: «Aderiamo con convinzione alla piazza chiamata da Non una di meno durante l’otto marzo, giornata internazionale della donna – hanno detto gli attivisti in un comunicato –. Come movimento per la giustizia climatica e ambientale, Fridays for future si schiera a favore delle lotte transfemministe. Gap salariale, violenza di genere, differente trattamento sul luogo di lavoro e a scuola: basta aprire un qualunque rapporto Istat per avere una panoramica del sistema patriarcale nel quale viviamo. La crisi climatica, inoltre, è una nuova crisi che finirà per catalizzare quelle già presenti, come già vediamo nei Paesi più colpiti, dove i fenomeni di emarginazione, prevaricazione e violenza sono in netto aumento, specialmente sul fronte della violenza di genere».
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