Pavia. Non pazienti oncologiche ma donne. Questo l’obiettivo della sfilata che si terrà venerdì otto marzo al collegio Borromeo, il clou dell’evento “Ritratti di donna” organizzato da Cnao con San Matteo e Maugeri per ribadire un concetto: la malattia non deve annullare la persona. «Oltre che il corpo, vogliamo vestire le ferite lasciate dal cancro nel fisico e nell’anima di queste donne» ha spiegato Ester Olrandi, direttrice del dipartimento clinico del Cnao: già in passato, il centro ha organizzato eventi analoghi in occasione dell’otto marzo per spezzare lo stigma del cancro.
Protagoniste dell’appuntamento saranno quindici modelle (tutte ex pazienti) che indosseranno abiti ricavati da lenzuola d’ospedale donate da Maugeri: forse il simbolo più rappresentativo della resa alla condizione di malato, che viene rovesciato per trasformarsi in strumento di rinascita. I vestiti (creati dalla stilista Leonarda Nada Nuovo) sono ispirati alla Primavera di Botticelli, e sul tessuto bianco verranno proiettate luci e immagini. La proiezione sui vestiti è stata ideata dall’artista Stefano Bressani.
«Non siamo cose rotte»
In passerella ci sarà anche Rossella Tamburini, 48 anni, che dopo la malattia fa parte dell’associazione Salute donna, per mettersi al servizio di chi sta attraversando lo stesso cammino: «La società non può vederci e trattarci come “cose rotte”. Con il giusto appoggio, si può risorgere dalle proprie ceneri come una Fenice». Con lei anche Ginevra Giacomin, 19 anni, che vuole raccontare l’esperienza del tumore con un libro per bambini: «Ho finito la prima stesura e l’idea è quella di farla diventare un albo illustrato». Ci sarà anche Enza Landini, di 61 anni, presidente della onlus Amici dell’oncologia del policlinico. «Il tumore non può bloccare il futuro. Non smettete di fare programmi. Non pensate solo alle terapie: si fanno, il giorno dopo ci si riposa e poi il giorno dopo ancora potete fare qualcosa per voi, per sentire che state vivendo la vostra vita e non l’avete lasciata in stand-by». Rossella Nappi, responsabile dell’unità Ostetricia e Ginecologia 2 del San Matteo, aggiunge: «Riscoprire la bellezza del corpo tramite semplici gesti, come il trucco o la scelta di un bell’abito, permette alle donne ‘pazienti’ di recuperare sicurezza, femminilità e intesa di coppia, con ripercussioni positive sia sulla qualità di vita sia sulla prognosi oncologica». —
