Manager indagato per peculato e abuso d’ufficio. Da novembre era già scattata la sospensione
PAVIA. Licenziato “per giusta causa”: questo il provvedimento che il nuovo Consiglio di amministrazione di Asm Pavia Spa ha adottato nei confronti del direttore generale, Giuseppe Maria Chirico, 65 anni, coinvolto nell’indagine “Clean” che lo aveva portato agli arresti domiciliari insieme all’ex presidente, Manuel Elleboro. I domiciliari erano stati in seguito annullati dal Tribunale del Riesame.
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L’annuncio
A preannunciare che sarebbero stati adottati provvedimenti nei confronti dell’ex direttore generale era stato lo stesso presidente di Asm, l’avvocato Giuseppe Roccioletti, nel corso di una recente seduta della commissione consiliare di Garanzia.
Dagli ambienti di via Donegani fanno sapere solo che «all’esito di un procedimento disciplinare, il dottor Chirico è stato licenziato per giusta causa». Dal 27 novembre 2023, data nella quale erano stati applicati gli arresti domiciliari, Chirico non ha mai ripreso il proprio lavoro negli uffici dell’ex municipalizzata. Il nuovo Consiglio di amministrazione, nominato il successivo 28 dicembre, ha preso in esame i vari dossier rimasti in sospeso tra cui la posizione del direttore generale Chirico, che, insieme all’ex presidente Manuel Elleboro e alla ex componente del Cda, Elisabetta Fedegari, è iscritto nel registro degli indagati. La valutazione sull’opportunità di recidere il rapporto di lavoro, dunque, è stata fatta sulla base delle contestazioni mosse dalla Procura, anche se non si può escludere che sia stata condotta un ’istruttoria interna per precisare meglio i contorni delle accuse mosse dall’autorità giudiziaria.
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Le ipotesi di reato
L’ormai ex direttore generale è indagato dalla Procura di Pavia per due presunti episodi di peculato e uno di abuso d’ufficio. In particolare, la prima accusa di peculato si riferisce al racconto di un informatore che aveva riferito agli inquirenti di una proposta fittizia di gestione della comunicazione esterna, attraverso la quale stavano per essere “stornati” da Asm 28mila euro per un’attività estranea agli interessi dell’ente. L’informatore aveva puntualizzato che il denaro sarebbe stato utilizzato per il finanziamento della campagna elettorale social di Elisabetta Fedegari, componente dell’ex Cda e candidata pavese di Fratelli d’Italia al consiglio regionale lombardo.
L’aumento di stipendio
La seconda contestazione di peculato, invece, si riferiva a un aumento di stipendio al quale, secondo l’impostazione dell’accusa, il direttore generale non avrebbe avuto diritto. Tra l’altro, per la concessione dell’aumento (poi restituito dal dg Chirico) era stata redatta una serie di atti che, in alcuni aspetti, non concordavano nemmeno tra di loro. Infine, l’accusa di abuso d’ufficio si riferisce ad alcune gare affidate da Asm in particolare alla società di Gianluca Di Bartolo (pure lui messo ai domiciliari e poi rilasciato), la Civiling Lab Srl. Nel mirino dell’autorità inquirente erano finiti i lavori per le piazzole ecologiche nei Comuni di Bornasco, Ceranova, Lardirago Sant’Alessio con Vialone, San Martino Siccomario, San Zenone e Trivolzio.
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In tutti i casi trattandosi di fattispecie di reato contro la pubblica amministrazione, parte offesa risulta essere Asm Pavia Spa, dettaglio che probabilmente ha avuto il suo peso nella decisione di interrompere il rapporto di lavoro con l’ex direttore generale. La posizione di Giuseppe Maria Chirico, insieme a quella dell’ex presidente del Cda Manuel Elleboro, era stata poi presa in considerazione dal Tribunale del Riesame, che aveva annullato le misure cautelari degli arresti domiciliari, ma aveva confermato i «gravi indizi di colpevolezza» a carico dei due manager indagati.
L’ex presidente – La revoca dell’incarico a Elleboro in seguito all’arresto poi annullato
I due componenti dell’ex Cda di Asm indagati, il presidente Manuel Elleboro e l’avvocata Elisabetta Fedegari, avevano seguito destini diversi. Il presidente Elleboro era stato revocato dal comitato per il controllo analogo congiunto, con una decisione ratificata, il 15 dicembre 2023, dall’assemblea dei soci di Asm. Peraltro, prima che l’inchiesta “Clean” sfociasse nei provvedimenti cautelari, il Consiglio comunale aveva chiesto al sindaco Fabrizio Fracassi proprio la revoca del Cda di Asm, ma il comitato di controllo analogo aveva respinto la richiesta sostenendo che si trattasse di problemi politici interni al Comune di Pavia.
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Diversamente da Elleboro, l’avvocata Elisabetta Fedegari, insieme all’altro componente del Cda, Piero Ramponi, mai raggiunto da alcun provvedimento giudiziario, aveva rassegnato le proprie dimissioni. Pure in questo caso la decisione dei due amministratori era stata ratificata dall’assemblea dei soci. Della precedente “governance”, dunque, era rimasto al lavoro il solo direttore generale, Giuseppe Maria Chirico. “Al lavoro” in senso lato, poiché nei suoi confronti era stato applicato un provvedimento di sospensione in attesa che il procedimento disciplinare nei suoi confronti, portato avanti con tutte le garanzie dovute a un lavoratore, facesse il proprio percorso. E ora si è giunti al licenziamento.