foto da Quotidiani locali
PAVIA. «Come Coldiretti siamo qui per chiedere che vengano recepite le nostre istanze: non è più tempo di annunci, vanno cambiate subito le regole che rischiano di portare al collasso la nostra agricoltura, in tempi di grandi incertezze internazionali». Lo ha detto ieri (26 febbraio) il presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia da Bruxelles, dove si trovava alla guida della delegazione pavese con agricoltori provenienti da tutto il territorio che sono scesi in piazza per la mobilitazione promossa da Coldiretti, insieme ad altre migliaia di imprenditori agricoli italiani.
La delegazione pavese
A guidare la delegazione di agricoltori pavesi, insieme a Garavaglia, anche il direttore Antonio Tessari insieme a numerosi consiglieri e imprenditori pavesi. Stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l'aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti. Sono solo alcune delle proposte del piano presentato dalla Coldiretti in occasione della manifestazione nella capitale belga in concomitanza del Consiglio dei ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac.
La prossima Pac
«Chiediamo risposte esaustive – spiega ancora Silvia Garavaglia – in tempi certi alle necessità delle nostre aziende per scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».
Le richieste
Le richieste vanno dal «porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale» alle «norme svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli». Coldiretti chiede di eliminare eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente. Per quanto riguarda poi il caso del grano ucraino, per evitare che l’afflusso di grandi quantità di cereali sul mercato europeo possa far crollare le quotazioni, con il prezzo pagato agli agricoltori italiani che è oggi rischia di essere al di sotto dei costi di produzione, Coldiretti propone di utilizzare parte dei fondi Ue messi a disposizione per l'emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli da destinare ai Paesi colpiti da gravi emergenze alimentari per evitare la destabilizzazione del mercato comunitario e al tempo stesso valorizzare il ruolo geopolitico dell’Europa nella lotta all'insicurezza alimentare di queste aree.
Ma a Bruxelles «Coldiretti ha puntato anche a scardinare alcune delle follie europee che minacciano l’agricoltura nazionale, dalla direttiva packaging che colpisce le aziende ortofrutticole, alla direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche, fino all’accordo Mercosur.