PAVIA. Oltre tre milioni di euro. È il risarcimento per il piccolo Eitan Biran, 9 anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, il 23 maggio del 2021, in cui morirono 14 persone tra cui i genitori del bambino, il fratellino e i bisnonni. La cifra è frutto dell’accordo raggiunto con gli imputati del procedimento penale, tra cui Leitner, la società che si occupava della manutenzione dell’impianto, e Ferrovie del Mottarone, intervenute con l’assicurazione Reale Mutua. Accordo che comporterà la revoca della costituzione di parte civile nel processo, a carico di otto persone, per lo schianto della cabina. Oggi stesso (27 febbraio), nella seconda tappa dell’udienza preliminare in programma a Verbania, il legale del bambino, l’avvocato Fabrizio Ventimiglia, ritirerà la richiesta di costituzione di parte civile.
Chi resta: le parti civili
La richiesta di danni resta in piedi, quindi, per dieci persone. Tra queste anche gli zii paterni del piccolo, a cominciare da Aya Biran, con cui il bambino vive a Travacò Siccomario sotto un tutore, l’avvocato Andrea Cascio di Monza, e i familiari del ramo materno che vivono in Israele, a cominciare da Shmuel Peleg, il nonno del bambino che ha dovuto affrontare un processo, finito con un patteggiamento, per il rapimento del nipote.
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14101206]]
La posizione del bambino
Eitan, che oggi ha 9 anni e frequenta la terza elementare in una scuola di Pavia, nello schianto ha perso il papà Amit Biran, 30 anni, la mamma Tal Peleg, 26 anni, e il fratellino Tom, 2 anni, oltre ai bisnonni Barbara Cohen Konisky, di 71 anni e Itshak Cohen, di 82. La famiglia abitava in Borgo Ticino. Il bambino aveva ottenuto un risarcimento parziale da Reale Mutua, l’assicurazione delle Ferrovie del Mottarone (si parlò di quasi un milione di euro), mentre era rimasta aperta la trattativa con Leitner, la società che si occupava della manutenzione e che nel procedimento penale ha messo a disposizione risarcimenti, per svariati milioni di euro, a favore di 76 parti offese. Solo una parte non era stata risarcita ed era proprio Eitan. Questo perché per il bambino la trattativa si era subito mostrata più complessa.
Il danno subito
Le tabelle di Milano, sul danno non patrimoniale, hanno infatti dovuto tenere conto della perdita subita da Eitan, che ha perso i genitori, un fratellino e i bisnonni.
Il bambino, che sta ancora affrontando un percorso di recupero, soprattutto sul piano psicologico, si era costituito contro tutti gli imputati ma a questo punto uscirà dal processo. All’accordo si è arrivati dopo che l’avvocato del bambino, Fabrizio Ventimiglia aveva spinto, insieme al tutore Andrea Cascio, per ottenere un risarcimento fuori dal processo.
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14101220]]
«Sono contento che una vittima di questa tragedia possa uscire da un processo così pesante e delicato e possa concentrarsi solo sul ricominciare un cammino di vita il più sereno possibile anche se il denaro non gli restituirà mai quello che ha perso», ha dichiarato Marcello Perillo, legale di Gabriele Tadini, l’uomo che si è assunto da subito la responsabilità dell’inserimento dei cosiddetti «forchettoni» nell’impianto frenante della funivia, elemento che in conseguenza della rottura della fune, ha causato la strage. «Per noi cambia poco – conclude l’avvocato Perillo – anche se certamente l’uscita del bambino dalla scena del processo cambia profondamente il clima psicologico».
La richiesta di costituzione di parte civile resta dunque per gli altri familiari del bambino, tra cui Aya Biran, rappresentata dall’avvocato Emanuele Zanalda, e i parenti del ramo materno, a cominciare dalla nonna di Eitan, Esther Cohen, e del nonno Shmuel Peleg.