Pavia. Trecento assunzioni in tre anni per rinfoltire i reparti, una corsia di “fast track” in pronto soccorso per i pazienti che si presentano dopo un consulto con il medico di base. È l’impegno di Alessandro Venturi, riconfermato la settimana scorsa alla guida dell’ospedale di Pavia dal presidente regionale Attilio Fontana. «Mi assumo l’impegno di richiedere un aumento di personale a palazzo Lombardia: ambisco a ottenere un incremento di cento unità l’anno entro i prossimi tre anni. Non parlo di sostituzioni e rimpiazzi ma un aumento effettivo di medici e infermieri in servizio» ha affermato il presidente del rinnovato cda, in carica fino a dicembre 2028.
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Le priorità
Venturi mette in fila le priorità del nuovo mandato (il cda si è insediato il 14 febbraio) e tra queste c’è l’aumento del personale in corsia, che i sindacati hanno chiesto a più riprese negli ultimi anni. «A parità di valori di produzione con altri ospedali regionali, l’organico del San Matteo è sotto dimensionato. È grazie agli sforzi e al valore dei nostri operatori che possiamo mantenere questi standard. Ma negli ultimi mesi sono state attivate nuove unità, servono risorse umane per far fronte a una produzione di salute che, al San Matteo, sta registrando un trend di crescita».
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Tra le novità introdotte di recente, l’istituzione della struttura complessa di chirurgia toracica e il trasferimento della clinica oculistica nel padiglione un tempo dedicato alle visite a pagamento. Intanto, il volume di ricoveri è aumentato di anno in anno sfondando quota 31mila, dopo il crollo sotto la soglia dei 29mila del 2020, anno nero del Covid. È cresciuta anche l’attività di alcuni reparti: «Sono stati effettuati interventi organizzativi in alcune discipline che hanno visto un considerevole sviluppo indipendente dal Covid – si legge nella relazione di fine mandato del precedente cda – tra il 2018 e il 2022 la Chirurgia pediatrica ha aumentato i ricoveri del 46 per cento, la chirurgia toracica del 68 per cento, l’urologia del 19 per cento, la chirurgia senologica del 17 per cento». In altri settori si è registrato un crollo dell’attività «a causa di problemi di turn over del personale medico e dei tanti limiti strutturali che ancora esistono nei reparti non trasferiti al Dea. L’Oculistica, nel periodo considerato, ha visto una flessione del 67 per cento, e nel 2023, con il trasferimento del reparto e l’incarico di direzione di struttura complessa, si registra una ripresa dei volumi di attività». I pochi medici hanno contratto anche l’attività dell’Ortopedia, della chirurgia generale II e della vascolare. «La nostra idea è quella di fare un investimento importante sul personale del comparto e della dirigenza».
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In cima agli impegni di Venturi c’è anche il pronto soccorso: «È allo studio un sistema di filtro con i medici di base, abbiamo già avviato le prime interlocuzioni». Oltre 86mila accessi nel 2022, la maggior parte (68mila) in codice verde, cioè non urgenti o a rischio vita. «Stiamo ragionando su una sorta di fast track, un percorso privilegiato per i pazienti che si presentano in reparto dopo che la guardia medica o il dottore di famiglia ha valutato un sospetto che richiede approfondimenti specialistici o urgenti».
“Fast track” in pronto soccorso
La maggior parte degli accessi avviene in auto presentazione: stando ai dati di Venturi, solo il 40 per cento arriva con le ambulanze, il resto è in autopresentazione: «Non sto dicendo che siano tutti accessi inappropriati, ma una buona parte di questi può essere gestita tramite il filtro dei medici di base. Siamo consapevoli che si tratta di un percorso anche culturale: nel comune sentire il pronto soccorso è percepito come riferimento per qualunque problema sanitario. Ma il suo scopo è quello di offrire prestazioni urgenti. Questo può essere un modo per distinguere i casi che necessitato di cure specialistiche da quelli, meno urgenti, che hanno bisogno delle rassicurazioni del un medico di base».
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Un colosso da 3.800 dipendenti per garantire cure e ricerca
Poco meno di 3.800 dipendenti tra medici, infermieri e professionisti della sanità. Questa, in numeri, la fotografia più recente del personale al lavoro nei reparti e negli uffici del San Matteo, che secondo la relazione di fine mandato del cda uscente conta 3.727 unità, di cui 702 medici, ricercatori, specialisti del pronto soccorso, della terapia intensiva e del blocco operatorio. In pronto soccorso, per esempio, risulta una dotazione organica di 22 medici, mentre sono 116 quelli che lavorano nel blocco operatorio, in terapia intensiva e nell’emergenza Areu. Sono i dati sull’organico forniti dal sindacato Fials, che ha richiesto un’istruttoria sul personale in servizio. Ci sono poi 2.898 dipendenti del cosiddetto comparto: infermieri, tecnici sanitari e non sanitari, amministrativi, ostetrici e operatori socio sanitari (oss). Il pronto soccorso impiega circa 130 persone tra infermieri, tecnici, operatori e amministrativi. Nel corso degli anni, inoltre, il personale del policlinito è progressivamente aumentato. Nel 2019, il personale dipendente ammontava a circa 3.400 unità, cresciute di anno in anno in accordo con i tetti fissati dalle norme regionali e nazionali. Con l’ultimo piano triennale dei fabbisogni, inoltre, è stato approvato un aumento da circa 80 unità tra medici e infermieri. Ma l’obiettivo del policlinico è incrementare ancora l’organico.
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