L’ex direttore di Repubblica, per anni inviato in Russia parlerà del dissidente morto in un carcere siberiano
PAVIA. Alexei Navalny, blogger e oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è morto a 47 anni venerdì scorso in un penitenziario in Siberia dove era rinchiuso da più di due anni. Come ai tempi degli zar, come ai tempi dell’Urrs. Di Alexei Navalny, dissidente morto in circostanze ancora misteriose dopo essere sopravvissuto a un avvelenamento, parlerà oggi agli studenti di Pavia Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica, corrispondente dalla Russia negli anni della Perestrojka. Un incontro-lezione che si terrà in aula magna alle 14 nell’ambito dell’iniziativa “collegiale non residente” che porta personaggi di spicco a tenere lezioni, per una settimana, agli studenti dei corsi magistrali.
Scelta d’attualità
«Si tratta normalmente di lezioni rivolte a gruppi molto ristretti di studenti – spiega il rettore del Cairoli Andrea Zatti –. La settimana di lezioni a cura di Ezio Mauro è inserita in questo contesto, ma l’altro giorno mi ha inviato un messaggio chiedendomi se non fosse il caso di affrontare in apertura il caso Navalny visto che è di strettissima attualità e lui è un profondo conoscitore nelle vicende della Russia e ai dissidenti ha dedicato un libro (“Lo scrittore senza nome. Mosca 1966: processo alla letteratura”, 2021 ndr). Ho immediatamente accettato e, visto l’interesse dell’argomento, abbiamo deciso di spostare la prima lezione in aula magna per dare la possibilità a più presone, non solo studenti, di partecipare».
Ma chi era Alexei Navalny? Era il rivale numero uno di Putin. L’oppositore capace di trascinare in piazza migliaia di persone per contestare la deriva autoritaria del Cremlino. Il dissidente che con le inchieste della sua Fondazione Anticorruzione metteva in imbarazzo il cerchio magico dello zar. Ignorato dalla tv (largamente controllata dal governo) e dallo stesso Putin (che non ne pronunciava mai il nome), Navalny si era fatto conoscere dai russi sfruttando abilmente internet e finendo presto nel mirino del regime. Navalny - stando a quanto raccontano le autorità russe - è morto in carcere. E in carcere c’era finito per motivi politici, subito dopo essere sopravvissuto a un avvelenamento in Siberia che gli esperti occidentali imputano a un micidiale agente nervino militare: il Novichok. Un tentativo di omicidio dietro il quale si sospetta lo zampino dei servizi segreti di Putin.
Il giornalista esperto di Russia
Ezio Mauro, piemontese, ha esordito nel giornalismo alla Gazzetta del Popolo di Torino. Nel 1981 passa a La Stampa e dal 1988 lavora per la Repubblica come corrispondente da Mosca. Per tre anni racconta la grande trasformazione della perestrojka viaggiando in Russia. Il 26 giugno del 1990 torna a La Stampa assumendo l'incarico prima di condirettore, poi di direttore (dal 5 settembre 1992). Il 6 maggio 1996 sostituisce il fondatore Eugenio Scalfari alla guida de la Repubblica.