foto da Quotidiani locali
VARZI. Dopo una domenica bagnata, se ne annuncia un'altra più clemente. Varzi si prepara a festeggiare il suo Carnevale, uno degli appuntamenti più sentiti dell'anno, una tradizione consolidata, tornata in grande stile dal 2023. «Abbiamo dovuto far slittare la sfilata dei carri allegorici - spiega il sindaco Giovanni Palli - ma domenica prossima le previsioni del tempo sono abbastanza buone. È comunque tornato il carnevale in grande stile. Lunedì scorso la serata sotto il tendone è stata un successo, sabato ci sarà la Pentolaccia e domenica i carri. La macchina del carnevale è imponente e funziona solo grazie ai volontari e ai gruppi che operano a Varzi».
[[ge:gnn:laprovinciapavese:14073687]]
Sindaco Palli, lei sta puntando su alcuni eventi significativi, per rilanciare l'immagine a l'attrattività di Varzi. Quest'anno tornerà il Varzifestival che lo scorso anno ha mosso tante persone?
«Certamente tornerà, stiamo definendo gli eventi nei dettagli e li comunicheremo non appena avremo tutte le conferme. Ma prima del Festival di Varzi tornerà Vartweek. Abbiamo iniziano nel 2021 coinvolgendo pittori e artisti locali per dipingere le saracinesche delle attività chiuse. L'obiettivo era quello di valorizzare il bellissimo borgo medievale nell'ambito di Mi Art e abbiamo invitato alcuni artisti, il primo è Stato Stefano Bressani che ha donato una scultura che oggi fa bella mostra in biblioteca».
Nell'ambito del Pnrr avete vinto un bando importante.
«Siamo risultati al primo posto in Lombardia per il bando Borghi: 1,6 milioni di euro grazie a una progettazione con diversi partner nazionali (Legambiente, Italia Festival, Federazione italiana cuochi) e locali (Varzi Viva, Provincia, Comunità montana, altre associazioni). Abbiamo vinto perché abbiamo fatto un progetto green a zero emissioni. Un progetto che valorizza le frazioni»
Di recente avete ricevuto altri finanziamenti.
«Si, per la cultura. Il Comune capofila è Voghera per il teatro Valentino, poi ci siamo noi: 500mila euro in tutto. Ci consentirà di garantire anche l’edizione 2025 del Varzifestival».
Ci dica cosa accadrà a Vartweek?
«Tornerà in aprile. Sarà un’edizione importante nella quale si comincerà a vedere la nostra collaborazione con gli Horti del collegio Borromeo. Acquisteremo e noleggeremo alcune opere. In valle Staffora si è capito che attraverso l’arte e la cultura si attirano le persone».
Qualcuno diceva che con la cultura non si mangia.
«La cultura è un motore economico potente. Anche se servono collaborazioni e strategie.
Lo scorso anno quanta presenze ha registrato il Varzifestival?
«Sicuramente più di diecimila persone».
Il bando Pnrr finanzia solo il festival?
«No, abbiamo più di mezzo milione per recuperare il cinema. Diventerà uno spazio per 700 persone, con un grande schermo, palco e multimedialità».
A Varzi sta arrivando anche turisti grazie alla greenway?
«Si e molti. Presto inaugureremo l’ultimo pezzo. E’ stata una grande intuizione. E noi oggi dobbiamo osare, non dobbiamo avere paura».
State diventando anche una piccola capitale del tartufo
«Merito di chi, alla frazione Bognassi, 30 anni fa ha puntato sulle piante micorizzate. Progetti che stanno attirando grandi commercianti».
Varzi è spesso paragonato a Bobbio, nel Piacentino, il paese natale del regista Marco Bellocchio. Lui organizza un festival di cinema tutti gli anni. Difficile reggere il passo?
«Posso dire quello che mi hanno riferito in un bar di Varzi nei giorni scorsi. Un commensale si è rivolto al barista e ha riferito che a Bobbio dovrebbeo imparare da Varzi che è tornata viva e dinamica. Una sola persona, chiaro, ma è una cosa che pensano in molti».