PAVIA. Pietre d’inciampo per sei deportati pavesi, solo uno dei quali sopravvisse alle inumane condizioni di vita nei lager nazisti. Martedì 23 gennaio all’auditorium Vittadini di Pavia (ore 17,30) l’evento di Aned provinciale (l’associazione degli ex deportati) con Anpi, Fivl, Apc e l’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea (Istoreco) dedicato ai sei martiri della Shoah, con l’accompagnamento musicale degli allievi del conservatorio: verranno ricordati attraverso la posa - che in genere avviene di fronte alle abitazioni dei deportati o in luoghi significativi dei rispettivi paesi e città di origine - di piccoli quadrati d’ottone delle dimensioni di un sampietrino recanti le generalità, le date di nascita, della cattura e della morte, con l’indicazione del lager o del campo di sterminio in cui essa è avvenuta. Ideate dall’artista tedesco Gunther Demnig, le pietre d’inciampo sono state posate per la prima volta in Italia nel 2010 e ormai da anni l’Aned pavese, in occasione del Giorno della Memoria, rinnova l’omaggio.
Il suo sito sulla deportazione nella nostra provincia (Deportatipavesi.it) riporta le foto e le schede biografiche di tutti coloro che, per ragioni diverse, fossero partigiani, oppositori politici del nazifascismo, militari del regio esercito catturati dopo l’armistizio, hanno condiviso la via crucis dei vagoni piombati diretti in Germania.
Ecco le sei storie di quest’anno (tra parentesi la località e la data della posa della targa-ricordo).
Mario Spadari. Classe 1922, muore il 12 febbraio 1945 a Ohrdurf (Buchenwald). Contadino, domiciliato all’atto della cattura a Landriano, ex militare della IV armata, stanziata in Francia; non risponde ai bandi di chiamata della Rsi, viene arrestato a Vidigulfo il 2 febbraio 1944.
Camilla Campana (Cilavegna, via Roma, 3 marzo). Nata il 28 novembre 1916, sopravvissuta. Residente a Cilavegna, operaia del calzificio Giudice, e partecipa agli scioperi del marzo 1944. Arrestata il 3 marzo di quell’anno, con altrti membri della commissione di fabbrica (Clotilde Giannini e Luigina Cirini, Giovanni Maccaferri e Pietro Omodeo Zorini). Deportata a Mauthausen, poi trasferita a Vienna, quindi ad Auschwitz, Ravensbrück, Buchenwald, infine a Lipsia; è liberata dai russi dopo una “marcia della morte”. Muore a Cilavegna il 21 ottobre 1982.
Giovanni Pecchi (Chignolo, via 25 Aprile,. 22 marzo). Nato a Chignolo il 30 ottobre 1926, muore a Flossenbürg. Operaio, non risponde alla chiamata di Salò. Arrestato il 27 luglio 1944 a Belgioioso mentre cerca di convincere alcuni alpini della divisione Monterosa a passare con i partigiani. E’ sottoposto a torture prima della deportazione. Sue toccanti lettere al padre, dal carcere di Genova e dal campo di Bolzano sono datate 27 luglio e 21 agosto 1944.
Nino Negri (Lardirago, piazza Martiri, 26 gennaio). Nasce a Lardirago il 7 maggio 1901, muore a Hersbruck. Cameriere, è arrestato a Sesto San Giovanni.
Vittorio Achilli (Stradella, via Marconi, 3 maggio). Nasce a Stradella il 4 maggio 1922, da Domenico e Rosalinda Brega, muore a Dora. Probabilmente era un militare catturato dopo l’8 settembre.
Peppino Capitani (Redavalle, via Garibaldi, 27 gennaio). Nasce a Redavalle il 26 marzo 1926, muore a Gusen. Ferroviere, renitente alla leva della Rsi, diventa partigiano della brigata garibaldina Capettini.
