PAVIA. Tocca quota 284.789 euro la somma raccolta attraverso “Nessuno si salva da solo”, iniziativa collettiva di solidarietà nata in piena pandemia per aiutare le famiglie colpite dalla crisi economica, e proseguita anche dopo il Covid per continuare a offrire aiuto a chi si trova in situazione di disagio. Risorse raccolte grazie alla generosità di 265 donatori, 165 coloro che hanno fatto donazioni una tantum, un centinaio quelli che hanno deciso di autotassarsi in modo continuativo, donando una quota del proprio stipendio o della propria pensione.
Gli assistiti
Sono invece 165 le famiglie assistite grazie a questa preziosa rete di solidarietà che è frutto della collaborazione tra mondo laico e cattolico, uniti per arginare una povertà dilagante o sostenere nuclei che non rientrano nella fascia Isee prevista per ottenere aiuti pubblici, ma costretti a tagliare, ad esempio, sulle spese per i figli. I fondi raccolti servono per pagare bollette e affitti, ma anche per contrastare la povertà educativa. Lo scorso anno sono stati aiutati 66 bambini che non potevano permettersi il grest, mentre ad altri 13 è stato consentito, ad esempio, di prendere lezioni di musica o di partecipare alle gite scolastiche.
«Il laboratorio rap partito al Crosione continua anche grazie all’associazione Calypso che lo ospita e che ha recuperato ulteriori fondi – spiega Daniela Bonanni, insegnate in pensione, una delle anime di “Nessuno si salva da solo” –. Il contrasto alla povertà educativa è diventato una delle priorità della nostra iniziativa che intende proseguire. Questa patrimoniale dal basso, urgente in tempi di pandemia, continua ad essere attuale perché, purtroppo, i bisogni aumentano. C’è quindi ancora necessità di persone solidali. Le donazioni registrano picchi nel periodo natalizio e quando vengono proposti progetti mirati, fatti conoscere anche grazie all’effetto mediatico della stampa, e della Provincia Pavese in particolare».
Le emergenze
«L’emergenza educativa è emergenza futuro e pretende risposte – sottolinea Paolo Montagna, docente di Fisica all’università di Pavia ed esponente dell’Azione Cattolica, uno degli ideatori del progetto – se per le situazioni più urgenti scattano anche altri canali di aiuto, per le famiglie che si trovano in situazioni di pre povertà ricevere un supporto è più difficile. E così non riescono a garantire ai figli quella formazione culturale che invece sarebbe necessaria. Una parte delle donazioni permette quindi ai ragazzi di seguire corsi di musica o di fare sport. Oppure di partecipare al grest in modo da consentire alle mamme di continuare a lavorare».
Bisogni che vengono intercettati dalla Caritas, attraverso colloqui mirati. «Ogni settimana – prosegue Montagna – si riunisce la commissione che esamina i singoli casi e di cui fanno parte Daniela Bonanni, Carla Torselli, Rita Marelli, Roberto Dionigi, Roberto Meregaglia e suor Beatrice Mariotti, vicedirettrice della Caritas, conosciuta come suor Mabel». —
