Aggredita e ferita da un cinghiale mentre cercava di difendere la sua cagnolina. È successo nel primo pomeriggio di mercoledì vicino all’area di sgambamento cani che si trova alla frazione Rotta di Travacò. Una donna di 51 anni è stata ferita alle gambe: è stata soccorsa dal 118 ed è stata trasportata all’ospedale San Matteo. Le sue condizioni non sono gravi: se l’è cavata con dodici punti di stura alle gambe. È la seconda donna che negli ultimi mesi viene aggredita dai cinghiali e mandata in ospedale nel territorio comunale di Travacò.
È successo poco dopo il mezzogiorno di martedì. La donna ha portato la sua cagnolina a fare un giro nelle campagne della Rotta di Travacò. È arrivata vicino all’area di sgambamento.
«La cagnolina – racconta – stava facendo i suoi bisogni quando il cinghiale è arrivato all’improvviso e l’ha aggredita. Lei ha cercato di fuggire e si è messa a correre verso l’auto. “Scappa, scappa”, le ho urlato. A questo punto il cinghiale non l’ha inseguita, ma ha puntato direttamente verso di me. Mi ha colpita più volte alle gambe, ma non sono caduta». Per fortuna il cinghiale si è allontanato. «Ho visto che la cagnolina zoppicava – continua il racconto –, ma sono riuscita a caricarla in auto e sono tornata verso casa. Mi sentivo le gambe bagnate e mi sono accorta che perdevo molto sangue. Sono rientrata in casa alla Rotta e mia sorella mi ha medicata, ma le ferite sembravano gravi e così abbiamo chiamato il 118 e sono finita in Pronto soccorso»
La prima aggressione era avvenuta il 16 agosto scorso e la «vittima» era stata una donna di 47 anni che aveva riportato la frattura di un braccio con trenta giorni di prognosi. Anche lei era in giro con il cane. Era successo a Travacò in via Frua. «Mi sono trovata a terra – aveva raccontato la donna – con il maschio di un gruppo di cinghiali che mi ha colpita alle spalle. Mi sono spaventata tantissimo e poteva finire peggio».
«Spiace molto per la donna ferita – spiega la sindaca Domizia Clensi –, purtroppo il problema dei cinghiali esiste a Travacò per la conformità del nostro territorio. C’è la zona della “foresta” dove quegli animali trovano il loro habitat naturale. E molte volte si avvicinano alle case. Il Parco del Ticino e la Provincia hanno eseguito abbattimenti selezionati, ma il problema resta».