PAVIA. Il settore Urbanistica del Comune di Pavia ha ordinato la demolizione di una recinzione e di una piscina rimovibile sul terreno di pertinenza all’abitazione dei genitori di Alice Moggi, consigliera comunale di opposizione nella lista Pavia a colori. La consigliera, da quattro anni e mezzo spina nel fianco dell’amministrazione Fracassi e testimone nell’indagine “Clean” che riguarda presunti reati contro la pubblica amministrazione, ritiene che l’ordinanza sia «un atto strumentale e intimidatorio».
Le date
Per ricostruire la vicenda occorre procedere per date. Il 27 novembre l’indagine “Clean” porta all’applicazione dei domiciliari (poi annullati) ai vertici di Asm, al socio dell’eurodeputato Angelo Ciocca e alla tecnica comunale di San Genesio, oltre all’iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone. Tra i testimoni vi è Alice Moggi. Il 13 dicembre 2023, il sindaco Fabrizio Fracassi annuncia di temere un conflitto di interessi con il Pgt del quale fa parte un terreno riconducibile a sua cugina, la madre dell’europarlamentare Angelo Ciocca. Il 21 dicembre il Comune notifica l’avvio di un procedimento per “presunte violazioni edilizie” ai genitori della consigliera Moggi, Giuseppina Balzamo, ex assessora dei Verdi e Alberto Moggi. Il 23 dicembre, su un blog anonimo, si inizia a parlare di una “villa con piscina sui terreni dell’Università di Pavia” sotto alla fotografia della casa dei genitori della consigliera e in seguito si citerà espressamente e più volte una “piscina abusiva”. La villa è un’ex casa cantoniera, in via Abbiategrasso, che i genitori di Alice Moggi acquistarono nel 2009. Una parte del terreno di pertinenza appartiene all’Università con la quale Alberto Moggi, lo stesso anno, stipulò una convenzione che prevedeva il pagamento di un canone di mille euro l’anno. Alice Moggi vi si è trasferita con la famiglia nel 2012.
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Il sopralluogo
Il 27 dicembre un geometra e un ingegnere del Comune fanno un sopralluogo. Rilevano l’esistenza di una recinzione sul terreno dell’Università (e specificano: «l’area risultava già recintata alla data di acquisto dell’immobile») e «una piscina fuori terra costituita da montanti in ferro e telo plastificato posata su piastrelloni posati a secco».
Insomma, una di quelle piscine smontabili che vengono vendute nei centri di bricolage e che moltissime persone tengono in giardino. Il 10 gennaio, due settimane dopo il sopralluogo, il settore Urbanistica, a firma del dirigente Giovanni Biolzi, notifica una “ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi” ai genitori di Alice Moggi e al rettore Francesco Svelto quale legale rappresentante dell’Università degli studi di Pavia. Recinzione e piscina vengono considerate abusive. L’ordinanza viene trasmessa anche al segretario generale del Comune e alla Procura della Repubblica, in quanto gli abusi edilizi sono illeciti penali.
Lo stato dei luoghi
L’ordinanza ritiene appurata «la capacità e l’idoneità delle opere abusive realizzate sull’area di che trattasi di alterare lo stato dei luoghi, con sicuro incremento del carico urbanistico, a nulla rilevando la rimovibilità della struttura a piscina - permanente sull’area sin dal 2012 - e l’assenza di opere murarie».
La replica della consigliera Moggi arriva tramite Facebook: «È una cosa che a raccontarla chiunque capirebbe che è in sé una cavolata, ma che rischia di sottoporre due pensionati a un possibile processo penale per una recinzione di 25 metri, che neanche hanno fatto loro, e per non aver richiesto un “permesso di costruire” per una piscinetta da bambini appoggiata al terreno per la quale non si è costruito nulla».
Alice Moggi prosegue ritenendo l’intervento del Comune «un atto strumentale e intimidatorio nei miei confronti, che non sono coinvolta direttamente, non essendo né proprietaria né ero residente nel 2009, né quando è stata posizionata la piscinetta» e aggiunge che qualcuno «vuole a tutti i costi legare chissà quali abusi alla mia persona per delegittimare la mia azione di opposizione» e che «nel corso di tutto il 2023, il Comune di Pavia ha effettuato 36 verifiche su presunti abusi edilizi, di queste solo 11 sono state di iniziativa diretta del Comune, per lo più su esercizi pubblici, una di queste 11 è quella relativa alla casa dove vivo».
E il Comune cosa dice? Giovedì l’assessore all’Urbanistica, Massimiliano Koch, ha riferito: «Il sindaco mi ha detto di aspettare domani».