foto da Quotidiani locali
Sarà Gene Gnocchi il secondo ospite della rassegna di prosa organizzata al teatro di Cava Manara (per lo spettacolo di sabato alle 21 ci sono ancora pochi biglietti disponibili, prevendita su Liveticket). All’Angelo Rossi il comico (ma anche cantante, cabarettista, scrittore, conduttore televisivo ed ex calciatore) di Fidenza porterà in scena “Show!”, una selezione dei suoi monologhi più divertenti e surreali.
«Sarà una specie di recital – esordisce Gene Gnocchi (pseudonimo di Eugenio Ghiozzi), invitato dal collega e amico Sergio Sgrilli, direttore artistico dell’iniziativa – molto libero perché le dimensioni ridotte del teatro sono l’ideale per qualche sperimentazione: presenterò dei nuovi monologhi, uno sui ritardi dei treni, un altro sui rincari delle bollette della luce e del gas. Temi di stretta attualità».
Gnocchi, lei è famoso per la sua comicità surreale che spesso prende di mira anche i personaggi pubblici del nostro Paese.
«Eh, ma da tempo la realtà supera la fantasia, la realtà è ancora più surreale e ciò rappresenta una bella sfida per chi fa il mio mestiere. Si fa fatica a trovare un senso nelle cose, bisogna proprio sforzarsi. Sarà anche per questo che lo vado sempre più cercando nella grande poesia: d’altronde la narrativa contemporanea mi sembra un po’ deludente, incapace di raggiungere la profondità dei poeti. In questi anni mi sono messo a leggere, e a rileggere, Luciano Erba, Giorgio Caproni, Milo De Angelis, Ivano Ferrari tra gli italiani, Philip Larkin tra gli stranieri. Io stesso sto scrivendo un libro che uscirà entro la fine dell’anno per la Nave di Teseo, mi prendo tutto il tempo che serve...».
Ospite fisso di Citofonare Rai 2, condotto da Paola Perego e Simona Ventura, ha esordito in tv alla fine degli anni Ottanta: ne conosce davvero tutti i segreti. Sta pensando a un nuovo programma?
«Mi piacerebbe, avendo a lungo frequentato i talk show con Porro e Floris, organizzare una scuola per opinionisti. D’altronde oggigiorno se non sei un opinionista non sei nessuno. Devi essere un opinionista specializzato, nel senso che c’è quello che si occupa esclusivamente di politica o di geopolitica, ma anche l’esperto del Grande Fratello. Ecco, in questa trasmissione insegnerei tutta una serie di trucchi di cui gli opinionisti sono assoluti maestri: tipo togliere la parola al proprio interlocutore, scuotere la testa al momento giusto. Ho in mente anche un nome per questa scuola: Martiri di Daniele Capezzone».
Quali sono i suoi modelli?
«Il Paolo Villaggio dei cammellini di peluche (le gag del grande comico nelle vesti di Otto Kranz, ndr), Felice Andreasi, i primi Cochi e Renato. E tutti quegli scrittori che attraverso l’ironia e l’assurdo, penso per esempio a Bianciardi, Flaiano, Campanile, ti fanno capire che dobbiamo stupirci del fatto che viviamo. E che quindi l’unica chiave di lettura efficace per quanto ci accade non può che essere l’ironia».