È un minorenne che abita a Pavia: ora è ricercato. Filmato per strada con la vittima che aveva conosciuto sui social
PAVIA. Il presunto responsabile della violenza ai danni della 15enne che per la vergogna si era gettata in Ticino è stato identificato dalla polizia: è un minorenne che saltuariamente abitava a Pavia. Il ragazzo che il pomeriggio di Santo Stefano era con la ragazza tunisina adesso ha un volto e anche un nome. Ma saranno le indagini a stabilire se sia proprio lui il responsabile della violenza sessuale. Il ragazzo e la quindicenne (si erano conosciuti la vigilia di Natale su Instagram) sembra siano stati inquadrati da alcune telecamere della videosorveglianza del centro storico. Stava camminando, con quella che sarebbe diventata la sua vittima, verso il ponte Coperto. Poi avrebbero imboccato via XXV Aprile sino ad arrivare nel boschetto dell’area Vul dove la ragazza era stata aggredita.
Le ricerche
Le forze dell’ordine lo stanno cercando ma sino a ieri pomeriggio non erano riusciti a trovarlo. Non è escludere che si sia allontanato dalla nostra provincia per evitare di essere catturato e interrogato. Sulla vicenda c’è il massimo riserbo proprio per non compromettere la fase finale dell’indagine. Non si sa nemmeno se il volto del ragazzo sia stato già mostrato alla quindicenne che, nel frattempo, è ritornata in Brianza con la madre e il fratello. Era stata visitata al pronto soccorso ostetrico del San Matteo e la violenza sessuale era stata confermata dall’esito degli esami. La studentessa era stata salvata grazie all’intervento degli agenti della squadra volante della questura che l’avevano ripescata nel fiume (vicino al ponte Coperto) quando la corrente la stava già trascinando via.
La vicenda
La quindicenne era stata adescata la vigilia di Natale. I due si erano dati appuntamento nel pomeriggio di Santo Stefano alla stazione ferroviaria di Milano Porta Garibaldi dove, dopo aver bevuto un caffè, il giovane era riuscito a convincerla a seguirlo in treno a Pavia. «È una città bellissima», le avrebbe detto per superare la resistenza. La ragazza dopo qualche esitazione aveva accettato. Entrambi (lui le aveva detto di avere 25 anni) erano saliti sul primo treno diretto a Pavia ed erano arrivati in città: erano circa le 17 del pomeriggio del 26 dicembre.
Qui avevano fatto un giro nelle strade del centro ed erano arrivati al Ponte coperto e da lì avevano camminato in via XXV aprile. Il nuovo «amico» l’aveva poi convinta a seguirla all’interno del parco e le aveva spiegato che non le sarebbe successo niente di male. «È un posto molto bello in riva al Ticino soprattutto quando c’è buio», avrebbe detto.
La trappola
La ragazza ha accettato di nuovo senza rendersi conto che quell’invito era una trappola. E così, una volta arrivati lontano da occhi indiscreti, il 25enne aveva cercato di baciarla e, di fronte al netto rifiuto, l’aveva immobilizzata, le era saltato addosso l’aveva violentata. Dopo la violenza sessuale, il giovane si era offerto di riaccompagnarla in stazione come se nulla fosse successo. La ragazza disperata si era gettata in Ticino per togliersi la vita.