L’Autorità idrica rassicura: «Ci salvano gli invasi». Ma chiede le ordinanze: i possibili scenari
Meglio prevenire che curare, recitava il famoso tormentone pubblicitario. La diagnosi delle risorse idropotabili della regione si riassume infatti in una sola parola: siccità. Ed ecco che, pochi giorni fa, Ait (l’autorità idrica della Toscana) ha invitato i Comuni di tutte le province, da Massa-Carrara a Grosseto, ad adottare un’ordinanza per il periodo estivo 2022 con il preciso scopo di evitare il razionamento dell’acqua.
Le condizioni ci sono tutte. La scarsità di piogge durante il passato inverno e la scorsa primavera hanno determinato la riduzione della portata di fiumi e torrenti e uno scarso riempimento delle falde. Il caldo record di queste settimane tra fine maggio e metà giugno ha aggravato il problema, contribuendo a un maggior utilizzo di acqua potabile. Il cospicuo afflusso di turisti in questa prima estate post lockdown, infine, potrebbe dare il colpo di grazia.
Due le precisazioni di Ait: la prima è che gli invasi di Bilancino e Montedoglio, i due principali bacini di riserva, non sono a secco; la seconda è che la sua competenza è circoscritta alla risorsa idro-potabile, mentre è la Regione ad averla per il sistema di irrigazione. Ait si rivolge dunque ai primi cittadini chiamandoli a un atto di responsabilità: «L’autorità idrica, visto l’andamento del clima e lo stato di sofferenza di alcune zone della regione, segnala a tutti i sindaci la necessità di ridurre al minimo il consumo di un bene prezioso come l’acqua», precisa il direttore generale Alessandro Mazzei. Con il modello di ordinanza redatto dall’autorità si invitano così i Comuni a disporre, fino al 30 settembre, la limitazione dei consumi di acqua ai soli scopi essenziali domestici e igienici: vale a dire – a grandi linee – per cucinare e lavare. Si introducono quindi ulteriori divieti all’uso della risorsa idropotabile rispetto al regolamento regionale del 2008 che espone i divieti permanenti. Tra i primi municipi a recepire l’ordinanza con un provvedimento proprio ci sono il Comune di Empoli e quello di Pistoia. I controlli saranno eseguiti da Asl, polizia municipale e rispettivi gestori, nonché da tutti gli altri organi di vigilanza. Le violazioni saranno punite con sanzioni fino a un massimo di 500 euro.
Le zone più colpite dall’emergenza – già in atto – sono la Maremma, la Val di Cornia e l’Isola d’Elba (le utenze della seconda sono servite dalle risorse della prima), l’entroterra della Versilia e la Lunigiana.
La falda della Val di Cornia, in particolare, nel tempo si è abbassata determinando un aumento dei costi in capo al gestore per il recupero della risorsa stessa e per controbilanciarne il calo in termini di qualità, dato dal maggiore contatto con il “fondale” delle Colline Metallifere.
Questa stessa acqua serve poi le utenze elbane, non prima però di aver attraversato i terreni delle ex zone industriali in attesa di bonifica e il tubo sottomarino che ha ormai superato i 30 anni di onorato servizio.
Dal 2011 Ait si è dotata di un piano di emergenza per la crisi idropotabile che individua le fonti di approvvigionamento idrico alternative utilizzabili nonché le misure e le azioni idonee a fronteggiare situazioni di emergenza idrica idropotabile; tenuto conto anche della dotazione infrastrutturale disponibile. Il razionamento vero e proprio, cioè la chiusura del “rubinetto centrale” per alcune ore al giorno come già avviene in molte città, al momento in Toscana resta uno scenario possibile ma non probabile.
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