Fuggito da Firenze un anno fa: sulla fedina un tentato omicidio. È molto conosciuto nella scena rap underground fiorentina ed italiana. Nel 2014 era finito in prigione
FIRENZE. «Ricercato dall’estate scorsa dalla polizia italiana e fuggito in Spagna sono stato catturato come latitante internazionale. Ma la mia musica non si ferma qui».
È finita la fuga di Mattia Verani, 34enne pluripregiudicato trapper fiorentino conosciuto come PV Parola Vera, latitante dalla scorsa estate, dopo essere evaso dagli arresti domiciliari, a Firenze, dove era finito per detenzione illegale di armi.
Un’occasione che un trapper come Verani, perfettamente calato nella parte del cantante criminale, non si è lasciato sfuggire. Infatti l’artista fiorentino ha pubblicato il video dell’arresto sulle sue pagine social per promuovere l’uscita della versione del suo nuovo album “Dalle ceneri” sulla piattaforma Spotify.
Verani è molto conosciuto nella scena rap underground fiorentina ed italiana. I suoi primi passi li muove nel 2006, ed è uno dei fondatori della crew Tullo Soldja. Il suo primo disco da solista esce nel 2013 e dopo una pausa di vari anni per guai con la legge, rincomincia a registrare nuovi pezzi e pubblica vari singoli nel 2018. Dopo varie attese il suo è album è uscito nel febbraio 2021 e rilanciato, in una nuova versione rimasterizzata, proprio in occasione dell’arresto in Spagna.
Una scelta artistica perfettamente in linea con la musica trap, caratterizzata da testi cupi e minacciosi. La costruzione dell’immagine del trapper, quella che poi garantisce guadagni e successo, passa, infatti, inevitabilmente, attraverso i video delle canzoni. Lo sa bene il trapper fiorentino che sfrutta i suoi arresti per girare nuove clip da condividere e monetizzare. I video rappresentano i testi, li descrivono, più o meno nel dettaglio. Vengono esibite le case, le auto di lusso, i gioielli, orologi costosi, abiti griffati; si consuma droga, si ’usano’ le donne. Spesso fanno da sfondo i quartieri di origine del trapper, perché anche da lì (spesso si tratta di periferie) si può avere successo, con la musica. Con la musica puoi fare soldi e comprare abiti dei brand più costosi, girare con catene d’oro al collo, sballarti avvolto da una nuvola di fumo. Le droghe sono tra i protagonisti dei video e delle storie dei trapper, e sono presenti in quasi tutti i video. Dalle immagini girate ad Alicante, dove Verani ha trascorso un periodo della sua latitanza, durata meno di un anno, si vede il trapper fermato dalla Polizia spagnola in strada. Van, motociclette, auto civette. Almeno otto agenti, in divisa e in borghese, per arrestare l’uomo.
Il 34enne, fermato in compagnia della fidanzata e di una terza persona, non sembra sorpreso dalla presenza degli agenti. «Ti reclamano dall’Italia», gli dice un poliziotto in borghese. Il trapper non oppone resistenza, è in abiti sportivi, barba lunga. Agli agenti chiede in spagnolo dove verrà portato. Poi domanda di poter fare una doccia perché è appena uscito di palestra e rischia di ammalarsi. Ancora chiede di potersi cambiare abiti e ndà un bacio alla compagna dà un bacio, prima di allontanarsi in manette ed essere trasportato al commissariato di polizia. «La lingua dei soldi mette d’accordo stranieri e italiani. Do-Domiciliari Bo-Bo- Bombe tra le mani», canta in una “barra” in sottofondo mentre sale sulla vettura degli agenti che l’hanno braccato.
Quella di Verani è stata una latitanza documentata sui social. Il trapper era facilmente individuabile dai contenuti che condivideva. Dopo un primo periodo trascorso in un paese nei pressi di Valencia, ospite di alcuni amici, si è trasferito stabilmente ad Alicante. Foto al mare, sempre uno spinello in mano, un cane come amico, e foto in atteggiamenti di sfida.
Le sue giornate di latitanza trascorrevano tra allenamenti di pugilato in palestra, droga e pezzi provati con altri rapper spagnoli e sudamericani. Verani aveva fatto perdere le sue tracce nell’estate dello scorso anno, dopo un nuovo arresto. Il trapper, dopo qualche serata movimentata nei pressi di un locale notturno fiorentino, fu protagonista di alcune stories su Instagram in cui mostrava una pistola. Particolare che non passò inosservato ai carabinieri che perquisirono la sua casa e trovarono alcune decine di grammi di droga, oltre ad una pistola semiautomatica calibro 45 marca “Colt”, in uso all’U.S. Army durante la Seconda guerra mondiale e sei proiettili. Per il trapper scattarono le manette e anche in quell’occasione pubblicò nel video di una sua canzone le immagini del suo arresto, ammanettato, mentre saliva nell’auto dei militari dell’Arma. Dopo la fuga, però, il video fu rimosso dai social.
Una vita criminale fatta di pistole, droga, carcere e musica, quella del 34enne fiorentino «Pv coltello a doppia lama taglio lingue/il vissuto ci distingue, quello che facciamo ci contraddistingue». Verani non nasconde i suoi lunghi trascorsi in carcere, anzi nei suoi testi esalta quei momenti, e ne snocciola aneddoti e regole di sopravvivenza. «Conferma ciò che ho fatto il verbale di consegna». L’artista fiorentino nei suoi pezzi tratta i temi tipici dei testi di questo genere. Canta di vita di strada tra criminalità e disagio, povertà, violenza, spaccio di droghe, e dure esperienze delle periferie e del carcere, dove ha scontato condanne per spaccio di droga, tentato omicidio e lesioni gravissime..
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