PORTOFERRAIO. «Un selfie con il Papa non ha prezzo. Molto più della vittoria per 4 a 2 conseguita dalla nostra rappresentativa di calcio contro la “Squadra del Papa-Fratelli tutti”, allenata da Odoacre Chierico, ex giocatore della Roma. Ho detto ai ragazzi che quello che avevamo fatto lo capiranno in pieno tra vent’anni». Gaetano D’Auria, il principale ideatore dell’incontro, ieri mattina in Piazza San Pietro, con il Papa dei giocatori che difenderanno i colori dell’Isola d’Elba ai prossimi Europei di calcio del 2022, organizzati dalla Conifa (Confederazione delle associazioni calcistiche indipendenti), non ha dubbi in proposito: «È stata una giornata da incorniciare. In tutti i sensi».
Obiettivi raggiunti. Non solo sportivi, ma anche più generali. E poi la ciliegina sulla torta. «Abbiamo ufficialmente invitato sua Santità a venire all’Elba. Un cardinale lì vicino, mi ha assicurato che lui ci verrà senz’altro. Non ho capito chi fosse, forse il cardinale Angelo Comastri.
Ma ripercorriamo l’itinerario ricoperto dai calcatori della “Football Association Isola d’Elba”, seguiti dai loro accompagnatori in questi due giorni. Lo ricostruisce lo stesso D’Auria. «Siamo partiti martedì da Portoferraio alle 8. Con il pullman siamo arrivati a Roma. Alle 13 abbiamo consumato il pranzo e alle 15 ci siamo trasferiti in via Vitellia, al Trastevere- Stadium per l’incontro di calcio con la rappresentativa del Vaticano. È stata l’occasione per avvicinare personaggi di primissimo piano del calcio italiano, quali il vicepresidente della Figc e presidente della lega pro, rispettivamente Francesco Ghirelli e Giancarlo Abete. Siamo stati arbitrati da Paolo Valeri, coadiuvato da una terna internazionale. La partita è stata teletrasmessa da Sky sport. Per un pomeriggio intero si sono sentiti star del calcio. Ci siamo poi trasferiti nell’hotel San Pietro, che abbiamo scoperto essere gestito da una società proprietaria di strutture ricettive all’Elba, tra cui la Caletta di Mola, a Porto Azzurro».
Ieri, giorno dell’udienza con il Papa, la rappresentativa dell’Elba ha cominciato molto presto. Sveglia alle 7, per essere alle 8 al Vaticano e prendere posizione nello spazio assegnato. «Abbiamo trasmesso – ha concluso D’Auria – i disagi che l’Elba, come le altre isole, incontrano quotidianamente, dai collegamenti marittimi condizionati sempre dal tempo, alla sanità, alla scuola. Gli abbiamo chiesto che firmasse la nostra bandiera, ma non ha accettato perché non intende firmare alcun vessillo. Ha invece accettato la maglia 10 della nostra nazionale lui che è stato portiere nel San Lorenzo. Gli abbiamo offerto i doni e le eccellenze elbane. Abbiamo assicurato il Santo Padre che porteremo alla nostra gente il calore che ci ha trasmesso».
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