Il presidente dell’Autorità portuale: «Noi ci siamo, ma devono dirci le cose e avremo anche delle esigenze da porre»
PIOMBINO. «Ancora nessuno ci ha contattato. Dovremo capire se sarà un impianto offshore o in porto, in quest’ultimo caso un po’ di fastidio lo darebbe». Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale Luciano Guerrieri ammette che sull’ipotesi Piombino per uno dei terminal gas, con cui il governo vuol diversificare le fonti di approvvigionamento, si è iniziato comunque a pensare. E lo si sta facendo nella nebbia di informazioni che avvolge la vicenda. Lo conferma anche il sindaco Francesco Ferrari: «Non abbiamo ricevuto alcuna informativa in merito». Eppure, fonti del ministero della Transizione ecologica e di Snam confermano al Tirreno: uno dei terminal sarà proprio a Piombino. «Immagino che il governo stia studiando per trovare le possibili soluzioni – dice Guerrieri –. Noi ci siamo, ma devono dirci le cose e avremo anche delle esigenze da porre. Non possiamo sacrificare a questo intervento tutto il resto della nostra progettualità».
Le ultime indicazioni che filtrano dalle stanze romane indicano che l’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione, in gergo tecnico floating storage and regasification units (Fsru) , dovrebbe essere installata nelle vicinanze del porto. I tempi per farla marciare sono nell’ordine dei 12 mesi. Il golfo sarebbe stato scelto dai tecnici di Snam per le caratteristiche morfologiche dei suoi fondali, dotati di un pescaggio di 20 metri e in alcuni casi anche più profondo, molto di più comunque dei 13 metri misurati nel porto di Livorno. Ma l’indicazione non scioglie i dubbi. Potrebbe far pensare alla collocazione dell’impianto in rada. E ciò scioglierebbe alcuni dei nodi tecnici, che si presentano al pensare la nave attraccata nella zona delle nuove banchine. Tanto per dare un ordine di grandezza il rigassificatore Olt al largo di Livorno, la Fsru Toscana, ha una lunghezza di 306 metri, è larga 48 metri, alta 26,5 metri, con un pescaggio di 12 metri. A questa dovrebbe affiancarsi un’altra nave per la consegna del gas liquido. Quelle in circolazione appartengono per il 90 per cento della flotta mondiale alla categoria new panamax: 294 metri di lunghezza, 32,3 metri di larghezza e 12 metri di pescaggio.
L’indicazione del pescaggio a -20 metri, che è filtrata da Roma potrebbe spostare la bussola sui bacini a ovest, dove è in corso la progettazione per il banchinamento. «A parte che non ci sono banchine libere, ma sono tutte in concessione, quelle da realizzare sono sul lato di terra e lì volendo una nave ce la metti. E un’altra nave si dovrebbe affiancare per la consegna del gas liquido – afferma Guerrieri –. L’impegno dello specchio acqueo che viene richiesto a un porto sarebbe importante, viene da immaginare che ci sia un raggio di sicurezza. Torna male pensare a una cosa in porto. Potrebbe essere in rada e allora sarebbe un altro discorso».
Che navi arriveranno? Di che cosa c’è bisogno? Come si collegheranno a terra? Quali interferenze per l’operatività del porto? Insomma, c’è il problema di dove potrebbe stare la nave Fsru, ma anche di realizzare la tubazione per collegarsi alla rete nazionale dei gasdotti. Andrà trovato un tracciato e sarà fondamentale capire le interferenze con le realtà che già operano sul fronte del porto e i progetti in corso d’opera. «Ci stiamo preparando per porre tutta una serie di condizioni appena saremo coinvolti – conclude Guerrieri –. Riguardano gli interessi locali, a partire dalle acciaierie e le bonifiche. Piombino c’è, ma ci deve essere anche il governo. Va ripreso il filo degli accordi di programma e il loro finanziamento».
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