FORTE DEI MARMI. «Sono una che lavora, lavora, lavora. Sono vent’anni che non faccio le vacanze». Ecco perché a Daniela Santanché, politica e imprenditrice, proprio non va giù. E il solo pensiero che le concessioni balneari possano – puf – essere tolte di mano (a lei come ad altri colleghi) la fa infuriare. Per la Pitonessa, proprietaria del Twiga di Forte dei Marmi con Flavio Briatore, sarà l’Italia a pagare il prezzo più alto. In Europa. Ma su una cosa è d’accordo: i canoni delle concessioni devono essere rivisti. Anche per mettere da parte «i parassiti», quei concessionari che la spiaggia l’hanno ereditata. «E non ci hanno investito neppure un euro», precisa.
Cosa pensa dell’emendamento sulle concessioni balneari?
«Che il governo va avanti con le aste. Le spiagge dovranno essere assegnate con gare pubbliche, trasparenti e a tutela della concorrenza, dice il governo. Ma in questo modo è stato creato un problema enorme in Italia. Sono tante, tantissime, le famiglie in difficoltà».
Ma nell’emendamento sono stati fissati dei “paletti” a tutela degli attuali concessionari.
«Questo è quello che dicono i più, ma io l’emendamento me lo devo ancora studiare bene. Da quanto ho visto non sono comunque sufficienti quei “paletti”, come dice lei».
Che vuol dire?
«Vede, io sono molto orgogliosa del mio lavoro. Da vent’anni trascorro l’estate al Twiga, a lavorare. Sono sempre lì, ogni giorno. Se mi chiedono un selfie non mi sottraggo di certo. Questo per dire che dietro a uno stabilimento c’è un intero mondo che rischia di crollare se non sarà dato il giusto riconoscimento all’impegno degli imprenditori».
Faccia degli esempi.
«Quanto gli imprenditori del settore balneare hanno investito, quanto personale hanno assunto nel corso degli anni. Il Twiga, ad esempio, ha aumentato l’offerta per Marina di Pietrasanta, Non si costruisce da sè tutto questo».
Cosa pensa dei canoni di concessione?
«È giusto che siano rivisti, quello sì. E che siano proporzionali rispetto al reddito del concessionario. Ma non in questo modo. Con la paura di perdere lo stabilimento in cui abbiamo investito. Poi un’altra cosa sono i parassiti».
Cosa intende?
«Serviva un sistema per eliminare quei concessionari che hanno ereditato uno stabilimento e lì è sempre rimasto, senza alcuna evoluzione. Ma per colpire alcuni non è giusto colpire tutti. Questo, invece, è quello che succederà dal 1° gennaio 2024. In Italia».
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