GROSSETO. «I fiorentini, e anch’io che ci sono nato, sono antipatici: si credono di essere chi sa chi. Diciamocelo». Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna sorride sul passo indietro fatto dal collega Dario Nardella «di mettersi sullo stesso piano degli altri». Ma al di là delle battute l’amministratore dell’ultima provincia a sud della Toscana risponde positivamente all’appello per affrontare i temi strategici a livello regionale.
Sindaco, perché ritiene che la proposta di Nardella di collaborazione sia condivisibile?
«Con i soldi che arriveranno con il piano di rilancio europeo è necessario che ci sia una trasversalità politica nelle scelte per lo sviluppo della regione. Dobbiamo far sì che le valutazioni della Toscana siano concorrenziali con quelle delle altre regioni. E’ vero che la nostra litigiosità storica, trasferita anche nella politica, ci ha fatto perdere tempo. Ed è l’ora di dimenticare i campanilismi».
Non è un po’ tardi. Si sono perse tante occasioni. Grosseto è anche vicino a Roma ed è lì che potrebbe trovare alleanze.
«Non è mai troppo tardi, concettualmente e filosoficamente. Abbiamo avuto opinioni diverse ma per esempio si dovrebbe riparlare di Tirrenica. Se ne è parlato tanto ma ancora non si è visto nulla. Giani non ci ha rifatto avere novità e il commissario non si è sentito. Al di là dei grandi proclami e delle diplomazie politiche poi bisognerebbe agire».
Sta dicendo che sono solo parole?
«Nardella lo trovo sempre molto inclusivo ma poi poco concretizzante. Di multi-utility regionale avevamo già cominciato a parlarne: avevo chiesto un approfondimento tecnico ma anche di questo non ho risaputo nulla. Io sono politico e più amministratore: io parlo e poi organizzo una riunione. Qui passano gli anni, i secoli e poi non succede nulla. Non vorrei si cercasse solo consenso politico in vista di nuove scadenze elettorali».
Non è ottimista, quindi.
«Io da amministratore mi metto a disposizione di chiunque voglia dare un’organizzazione manageriale ai progetti strategici. Sono qui».
