Pontedera. Dopo quasi 100 anni non accenna a placarsi il dibattito sulle strade ancora dedicate a Benito Mussolini o ad altri esponenti del fascismo o sulle cittadinanze concesse e revocate. A Pontedera il consiglio durante una seduta-fiume ha votato con undici favorevoli e tre contrari la revoca della cittadinanza onoraria concessa al duce nel maggio del 1924. La questione era sorta un paio di mesi fa quando in seguito all’attacco alla Cgil di Roma il Pd e alcuni esponenti del centrosinistra avevano espresso con determinazione la volontà di ribadire la distanza di Pontedera dai valori fascisti, trovando necessario negare ciò che era stato imposto ai tempi del podestà e delle leggi fascistissime. «Fino ad oggi – hanno sostenuto i Democratici con in testa il sindaco Matteo Franconi – nessuna amministrazione era intervenuta a sanare questa ferita perché non era mai stata riconosciuta alcuna legittimità a quell'atto di cittadinanza istituito da un potere usurpatore. È arrivato il momento però di far chiarezza e chiudere definitivamente una pagina di torture e violenze perpetuate su tanti pontederesi. Nel rispetto dovuto ai martiri antifascisti, vogliamo parlare ai giovani e ricordare il contesto antidemocratico in cui venne attribuita la cittadinanza a Mussolini».
Questo il motivo della mozione che ha trovato d'accordo la maggioranza. «Abbiamo scritto – hanno ribadito anche dal gruppo Progetto Pontedera – una luminosa pagina di storia. E i cittadini hanno un motivo in più per essere soddisfatti di far parte di questa comunità. Non c'è più tra loro la macchia di Benito Mussolini mentre rimane iscritta la senatrice Liliana Segre che del regime fascista fu vittima come migliaia di italiani».
Di diverso avviso invece la Lega e Fratelli d’Italia. Con la prima coalizione che ha sottolineato che «cancellare il passato non sia la soluzione. Dobbiamo ricordare con coscienza e trasmettere alle giovani generazioni l’orrore che si è susseguito durante la dittatura, non rimuoverne il ricordo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli esponenti di FdI che si sono dichiarati nemici dell'ennesimo tentativo di “cancel culture” (la cultura dell’oblio). «Non avremmo avuto problemi a revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, ma non abbiamo votato – hanno detto – una mozione che porta con sé la furia ideologica della cancellazione di un’epoca che ha comunque cambiato volto alla nostra città, facendola diventare una potenza industriale con la Piaggio e con lo stesso Enrico Piaggio che fu uno dei primi iscritti al partito fascista. Senza contare l’atto firmato da re Vittorio Emanuele III e da Mussolini nel 1930 che proclamava Pontedera città».
La storia insomma unisce e divide. E certi personaggi per i presupposti, le simbologie e i valori che evocano, continuano ad essere attuali. È il caso anche di Giovanni D'Achiardi, ex rettore dell'Università di Pisa che dopo l'emanazione delle leggi razziali determinò l'espulsione di 20 docenti e di centinaia di studenti ebrei. A lui è intitolata una via nel quartiere Don Bosco della città pisana e su di lui, o meglio sulla proposta di eliminare il suo nome dalla strada si è divisa la maggioranza e si è spaccata l'opinione pubblica. Non solo la mozione proposta dal Pd e sostenuta anche da M5S, Diritti in comune, Patto Civico, Forza Italia con l'aggiunta di una petizione di oltre 23mila firme è stata respinta grazie ai voti contrari di Lega e Fratelli d'Italia-Pisa nel cuore ma a rilanciare la richiesta di cancellazione ci si sono messi, proprio in questi giorni, gli studenti universitari. «L'Ateneo non può restare neutrale su questi argomenti», hanno tuonato dopo il no del consiglio comunale, chiedendo all'ente accademico una presa di posizione.
Per il momento, però, regna il silenzio.