Bologna, 15 aprile 2016 - Magistrati cattivi e soprattutto giornalisti cattivi: ‘Ahi ahi ahi ahi’. Verrebbe da dire così, scimmiottando il motto Alpitour tanto garrulo che in questi giorni piace molto al sindaco. Era stato bravo Virginio Merola: incredibilmente per venti giorni non aveva attaccato la stampa di Bologna, responsabile (a suo parere) di dare notizie sgradite solo perché c’è la campagna elettorale. Aveva, anzi, raccontato il lavoro dell’amministrazione, mostrando il librone rosso pieno di facce amiche e numeri a favore. Ma, si sa, quello che ora si chiama storytelling non è la sua dote principale e Merola, invece di continuare a raccontarsi, è caduto sul più facile degli ostacoli: sfogarsi, per l’ennesima volta, sull’archiviazione dell’inchiesta della Procura sul collettivo Atlantide e sulla relativa decisione della Corte dei Conti di indagare sui pasticci dell’amministrazione.
Per i pm gli atti sono stati approssimativi e i colleghi contabili devono indagare su di lui. Dispiace (a qualcuno), ma questa è una notizia: non ci sono notizie buone o notizie cattive, come più volte abbiamo modo di scrivere, ma solo notizie.
Se poi si pensa di potere svolgere un incarico pubblico senza critiche, allora si può tranquillamente rinunciare al mandato.
Ieri abbiamo pubblicato le dichiarazioni del sindaco, perché rappresenta un’istituzione; frasi di questo tipo meritano però anche una risposta, come si conviene in democrazia (e non in campagna elettorale). Ve le ricordiamo: «Ogni cosa è stata mandata alla Corte dei conti, anche quelle che sono state archiviate prima e oggi diventa una notizia, ma francamente mi fa ridere. Siccome anche le altre archiviazioni le hanno mandate alla Corte dei conti, mi chiedo perché oggi sia un tema da prima pagina. C’è la campagna elettorale e capisco tutto ma per informazione dei cittadini va detto che ciò di cui si occupa la Corte dei conti non è un illecito penale e non è neanche un reato. C’è una sanzione e dovete sapere che pago 2.100 euro di assicurazione all’anno, sono assicurato. In ogni caso penso di vincere anche alla Corte dei conti, però è scorretto accostare un tema penale a un tema contabile. Ma questi sono i giornali di questa città, non è colpa mia. Chiaro?».
Il primo tema è semplice: se il sindaco ha problemi con la Procura o con la Corte dei Conti, sa tranquillamente a chi rivolgersi, di certo non ai giornali, che fanno solo il loro lavoro (e di cui Merola non è ancora direttore). Lo scontro fra istituzioni evidentemente continua.
Il secondo: bene, Merola è assicurato. Ma i danni, anche d’immagine, fatti dall’amministrazione pesano solo sui cittadini. Ci si può, poi, fidare di un’amministratore pasticcione, ma assicurato? La giunta Merola è già stata condannata (e ha fatto ricorso) per il caso Lombardelli, il capo di gabinetto assunto anche se sprovvisto dei titoli necessari.
Il terzo: lo spaventoso scenario dell’opposizione bolognese deve aver reso evidentemente il sindaco allergico alle critiche. E’ vergognoso non sapere ancora cosa farà il centrodestra alle elezioni del 5 giugno e uno degli effetti di questa vacatio è l’insofferenza del sindaco su fatti concreti come sentenze e decisioni di altre istituzioni. Oppure, banalmente, il sindaco ha bisogno di un nemico per mostrare i muscoli e lo identifica nei giornali, che hanno altresì riportato a cinque colonne le notizie sui suoi proscioglimenti in altre inchieste. Ma in quel caso nulla è stato detto.