foto da Quotidiani locali
GORIZIA Il cartello “Vendesi” non è esposto. Ma, di fatto, è come se lo fosse. Perché l’amministrazione comunale ha ufficializzato l’intenzione di alienare, cioé vendere, il palazzo degli Stati provinciali che ospita attualmente la Questura, destinata a sua volta ad esser trasferita in piazza San Francesco.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14321528]]
Parliamo di una struttura che ha segnato la storia della città anche se, oggi, si segnala soprattutto per le sue condizioni, per i ponteggi, per le infiltrazioni e per un cantiere che dovrà chiudersi, dopo la nuova proroga, entro il 26 maggio prossimo. In ballo la sistemazione integrale del tetto per un importo di 315.082,75 euro onnicomprensivi, di cui 266.783,91 quale imponibile netto, 19.654,95 per oneri della sicurezza, e 28.643,89 euro a titolo di Iva al 10%. C’è anche un’alternativa: realizzare in quel sito residenze studentesche, attraverso una procedura che dovrebbe coinvolgere, seppur in modo indiretto, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma andiamo con ordine.
[[ge:gnn:ilpiccolo:12980501]]
Il palazzo fu ceduto al Comune dalla Regione (gestione Serracchiani) dopo lo smantellamento dell’ente Provincia. Un regalo che, sin dall’inizio, non risultò essere particolarmente gradito dall’amministrazione comunale e dal sindaco Ziberna. Ma è acqua passata.
Veniamo alla sua storia. Con la riorganizzazione territoriale asburgica del 1861, l’Austria costituì la Principesca Contea di Gorizia e Gradisca. Il 17 aprile di quello stesso anno, come primo atto, la nuova Dieta provinciale istituì un museo ospitandolo proprio nell’odierno (e malconcio) palazzo della Questura. Furono realizzate due sezioni.
[[ge:gnn:ilpiccolo:14056412]]
Una di storia patria e antiquaria con le fonti documentarie, le pubblicazioni, i prodotti d’arte e le raccolte di oggetti illustranti la storia antica, medievale e moderna dell’Isontino diretta da Enrico Maionica, l’altra di storia naturale con le raccolte tipiche della flora e della fauna locale guidata da Giuseppe Matteuz. In tempi più recenti, l’edificio - bisognoso di costanti e costose manutenzioni - fu individuato per ospitare la Questura che, nei prossimi mesi, lascerà quegli spazi per prendere possesso della nuova sede.
Ma c’è anche un’alternativa. Che non necessariamente va considerata come un “piano B”, nel senso che si pone sullo stesso piano di quello della vendita. A illustrarla è l’assessore comunale al Patrimonio, Paolo Lazzeri. Svela (è una notizia che mai era emersa pubblicamente) che è stata presentata una proposta di riutilizzo alla società Investimenti immobiliari italiani sgr spa (Invimit), la cui missione è sintetizzabile nella volontà di contribuire positivamente allo sviluppo e alla valorizzazione dei patrimoni immobiliari pubblici, sia attraverso la leva urbanistico-edilizia che perseguendone una più ampia e profonda rigenerazione, anche sul piano del risparmio energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente. «La nostra idea - rimarca l’esponente di Giunta - è di utilizzare quegli spazi, una volta riconvertiti, in residenze studentesche. È una delle possibilità che abbiamo immaginato».
L’assessore Lazzeri, al tempo stesso, fa una considerazione: appare sicuramente più percorribile la strada che prevede la vendita ai privati con il loro coinvolgimento in termini economici. La cifra che il Comune spera di riuscire a introitare assomma a un milione 200 mila euro. E la vendita è inserita nell’annualità 2025. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA