foto da Quotidiani locali
L’ipotesi di un seggio riservato per la minoranza semina zizzania in tutto l’arco politico. L’affacciarsi del caso Slovenska Skupnost sulla stampa italofona ha gettato il partito in un bizantino dibattito interno sulla possibilità o meno di definire «guardare al centrodestra» la scelta di rinunciare al decennale embargo al confronto con le forze conservatrici italiane. La maggioranza regionale, però, che ne pensa? L’assessore alle Autonomie Pierpaolo Roberti conferma che la giunta ritiene «auspicabile» l’introduzione di un seggio riservato in Regione con la prossima legge elettorale, incontrando però la contrarietà netta di Fratelli d’Italia, dichiarata dal capogruppo Claudio Giacomelli. Dal canto suo la senatrice del Pd Tatjana Rojc anticipa che «anche il Pd sta lavorando a una sua proposta».
Venerdì scorso i segretari provinciali della Ssk, Matia Premolin per Trieste e David Grinovero per Gorizia, intervengono per precisare che il partito non «guarda al centrodestra»: «Una cosa è dire che ascolteremo tutte le forze che si dimostreranno aperte verso gli obiettivi della comunità slovena, un’altra cosa e dire che guardiamo a destra, il che non rispecchia minimamente la realtà. La Slovenska skupnost non si sposta a destra! Siamo parte integrante del centrosinistra e abbiamo un accordo a livello regionale con il Pd».
I segretari, espressione dell’anima prossima ai dem, ricordano che tra i loro obiettivi rientra «il consolidamento dell’alleanza di centrosinistra» e che, nei Comuni in cui il Pd ha rigettato l’alleanza, la Ssk ha costruito «alleanze larghe di centrosinistra» a Sgonico, Monrupino e Doberdò, e «un’alleanza centrista a Savogna».
Il presidente del partito Damijan Terpin arriva a precisare: «Sono d’accordo con loro. Il punto è semplice. La Ssk ha eletto un consigliere tramite un apparentamento con il Pd, e quindi iscritto al loro gruppo. Allo stato formale, quindi, la Skupnost sta nel centrosinistra. Ciò non toglie che, come stabilito dal congresso, il nostro non è un partito di opposizione per principio, ma una formazione disposta a dialogare con tutti i partiti disposti ad aiutare la minoranza». Qual è quindi la novità? «Mentre in precedenza era vigente l’idea che la destra fosse contro la minoranza e la sinistra a favore, ultimamente registriamo che ci sono aperture dal centrodestra e chiusure dal centrosinistra». Insomma non si «guarda al centrodestra», ci si dialoga.
Ma il centrodestra, tanto tirato in ballo, che ne pensa? L’assessore Roberti ritiene che «non sia una questione legata tanto alla Lega» in quanto partito, quanto faccenda di politiche: «In questi anni l’amministrazione Fedriga ha dimostrato vicinanza e capacità di dare risposte alla comunità slovena, e penso sia scontato che un partito che vuole rappresentare la minoranza debba guardare ovunque». Prosegue Roberti: «Come abbiamo detto anche nelle loro assemblee, la questione è se intendano essere un semplice partito di sinistra, legittimo, o rappresentare invece le istanze di comunità come avviene in Alto Adige o per gli italiani in Istria e Slovenia». Alla luce di queste considerazioni, l’assessore ritiene opportuno cambiare «una legge elettorale che impone loro di apparentarsi» e ritiene invece «auspicabile» la creazione di un «seggio specifico». Idea su cui, conclude con l’occhio rivolto al centrosinistra, «auspico che nessuno si metta a fare barricate per qualche punto elettorale alle urne».
La senatrice Pd Tatjana Rojc, ribadita la linea del partito verso un approccio multiculturale e non “etnico” al tema, dice: «Parleremo quando avremo una proposta davanti da valutare. Anche il Pd regionale sta ragionando su una proposta di legge elettorale. Vedremo come andrà, per ora inutile parlare del sesso degli angeli».
Chi è scettico per davvero, invece, è il capogruppo meloniano Giacomelli: «Posso confermare di aver partecipato ad ogni tavolo di maggioranza sulla riforma della legge elettorale e questo è un tema che nessuno ha mai posto. Né tantomeno mai posto come condizione o semplice proposta per il programma di coalizione delle recenti elezioni regionali». Prosegue: «Peraltro, su 50 provvedimenti normativi in Regione, forse uno avrà un qualche interesse particolare per la minoranza slovena, che per il resto ha le stesse esigenze e gli stessi bisogni di qualsiasi altro corregionale. Neppure sappiamo con certezza la reale consistenza della minoranza. Pertanto Fratelli d’Italia si trova contraria a questa ipotesi». Quanto alla Ssk, Giacomelli ricorda i tanti voti per Moretuzzo nei Comuni del Carso alle ultime regionali: «Direi che la strada per superare i preconcetti verso il centrodestra è ancora lunga. E impervia»