foto da Quotidiani locali
TRIESTE Dopo la prova mediocre, per usare un eufemismo, di sabato con la Giana Erminio in pochi si sarebbero aspettati una Triestina capace di mettere in difficoltà una corazzata come il Benevento. In pochi anche nei 4.300 tifosi (non una folla) che, nonostante la diretta tv in chiaro, hanno acquistato il biglietto per sedersi al Rocco martedì sera. Ma si sa che lo zoccolo duro triestino non si tira indietro, nonostante le delusioni, e questo è un aspetto positivo nel presente e in chiave futura anche se ci si aspetta una platea più corposa.
La Triestina ha mostrato due facce: quella brillante sia nel gioco che nel risultato (e il raddoppio sarebbe stato meritato) e quella oggettivamente in affanno quantomeno dopo il pareggio-prodezza di Lanini. Il pubblico addossa la responsabilità ai cambi operati da Bordin.
Certamente le scelte del tecnico hanno avuto un peso ma vanno contestualizzate. In fondo le scelte di giocare con un fronte offensivo mai visto (D’Urso-Minesso-Redan) che potevano suscitare perplessità si sono rivelate azzeccate. Il pressing di questi giocatori brevilinei, la capacità e la qualità di fraseggiare palla a terra, la freschezza di uomini meno utilizzati nella parte finale del campionato hanno creato non poco imbarazzo ai campani. Quindi, per quanto riguarda il tecnico, è stata ottima la lettura nella preparazione della gara, meno quella in corso di partita. Non ci sarà mai controprova, perché esiste anche un avversario con tante frecce al suo arco, ma il sacrificio di un Minesso ancora pimpante, il mancato ingresso di una punta (Lescano o meglio ancora Vertainen) capace di far abbassare un po’ meno la linea, l’utilizzo di Ballarini con pochissimi minuti nelle gambe, non hanno mitigato la pressione del Benevento.
E nella contingenza va sottolineata con il giusto peso la defezione di Agostino, la cui sostituzione ha tolto la possibilità di utilizzare un giocatore fresco in più nel finale in sofferenza.
È evidente poi che l’esperienza di Auteri (mister con cinque campionati vinti un po’ come Tesser) nelle accese contese dei play-off si è vista soprattutto nei cambi offensivi. Il mister dei campani ha tolto le punte meno mobili (Ferrante) per inserire giocatori più agili e di talento come Ciciretti e la scelta ha modificato il trend della partita nei 20’ finali.
Ma il down della Triestina nell’ultima mezz’ora ha una spiegazione più strutturale. L’Unione era reduce da un match concluso martedì sera, il Benevento era fermo da oltre due settimane. E si sa quanto le squadre di C soffrano anche in campionato i turni infrasettimanali. Così Bordin, e lo ha dichiarato, ha sì inserito forza fresca in avvio ma anche giocatori (Redan, D’Urso, Struna e lo stesso Petrasso) che non disputavano da settimane una gara dall’inizio.
E questo aspetto, assieme al grande lavoro svolto in pressing, ha sfiancato soprattutto Redan e D’Urso (peraltro anche ai bei tempi usciva dopo un’oretta) la cui qualità si è vista in modo palese. Questi due elementi assieme agli aggiustamenti di un avversario strutturato e con la panchina lunga, spiegano il finale alabardato in affanno. L’importanza di essere teste di serie in questo turno non dà solo il vantaggio di avanzare anche in parità ma quello di poter risparmiare un turno. Non è un caso che tutte, Benevento a parte, martedì sera si siano imposte fuori casa.
La Triestina, e questo è un deficit ascrivibile a squadra e allenatore, si è mangiata con Virtus Verona, Novara e Padova la chance di essere la migliore quarta. Nell’ottica tuttavia del match di sabato al Vigorito questo squilibrio atletico-mentale di partenza tra le due contendenti non ci sarà. La società peraltro ha costruito le migliori condizioni possibili per limitare al massimo i disagi della trasferta. E poi il Benevento, che resta favorito per il passaggio ai quarti per effetto del risultato e per il vantaggio ambientale, martedì al Rocco ha dimostrato dopo la rete di Redan una vulnerabilità sorprendente per una formazione costruita per scalare la categoria. Insomma all’Unione sabato sera, con l’obbligo di vincere, servirà comunque un’impresa ma in 90’ di clima play-off è possibile. Se tutti ci credono.
E a questo proposito il club ieri ha fatto due scelte che vanno nella direzione di creare le condizioni migliori per proseguire nell’avventura play-off.
Per limitare al massimo i disagi della trasferta il club ha deciso di affrontare la trasferta con un oneroso volo charter da usare all’andata e al ritorno (utilissimo in caso di passaggio del turno con la partita già martedì) consentendo a Bordin la rifinitura domani mattina. La società inoltre fa sapere che a spese proprie sta predisponendo le strutture di sicurezza a Fontanafredda per consentire lo svolgimento delle eventuali prossime gare con il pubblico e non a porte chiuse. Due segnali inequivocabili sullo sforzo di tutti per andare fino in fondo. O almeno di non lasciare nulla di intentato. —
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